lunedì 26 marzo 2007

HANNO PAURA DELLA VERITA'....



"Sembra cosa ovvia che colui che scrive scriva la verità, vale a dire che non la soffochi o la taccia e non dica cose non vere. Che non si pieghi dinanzi ai potenti e non inganni i deboli. Certo, è assai difficile non piegarsi dinanzi ai potenti ed è assai vantaggioso ingannare i deboli. Dispiacere ai possidenti significa rinunciare al possesso. Rinunciare ad essere pagati per il lavoro prestato può voler dire rinunciare al lavoro e rifiutare la fama presso i potenti significa spesso rinunciare a ogni fama. Per farlo, ci vuole coraggio. Le epoche di massima oppressione sono quasi sempre epoche in cui si discorre molto di cose grandi ed elevate. In epoche simili ci vuole coraggio per parlare di cose basse e meschine come il vitto e l'alloggio dei lavoratori, mentre tutt'intorno si va strepitando che ciò che più conta è lo spirito di sacrificio. Quando i contadini vengono ricoperti di onori, è prova di coraggio parlare di macchine e foraggi a buon prezzo, capaci di agevolare quel loro lavoro tanto onorato. Quando tutte le radio vanno gridando che un uomo privo di sapere e d'istruzione è meglio di un uomo istruito, è prova di coraggio domandare: meglio per chi? Quando si discorre di razze superiori e inferiori, è prova di coraggio chiedere se non siano la fame e l'ignoranza e la guerra a produrre certe deformità. Così pure ci vuole coraggio per dire la verità sul conto di se stesso, di se stesso, il vinto. Molti di coloro che vengono perseguitati perdono la capacità di riconoscere i propri difetti. La persecuzione appare loro, come la più grave delle ingiustizie. I persecutori, dato che perseguitano, sono i malvagi, mentre loro, i perseguitati, vengono perseguitati per la loro bontà. Ma questa bontà è stata battuta, vinta, inceppata e doveva quindi trattarsi di una bontà debole; di una bontà difettosa, inconsistente, su cui non si poteva fare affidamento; giacché non è lecito ammettere che alla bontà sia congenita la debolezza così come si ammette che la pioggia debba per definizione essere bagnata. Per dire che i buoni sono stati vinti non perché erano buoni, ma perché erano deboli, ci vuole coraggio. Naturalmente la verità bisogna scriverla in lotta contro la menzogna e non si può trattare di una verità generica, elevata, ambigua. Di tale specie, cioè generica, elevata, ambigua, è proprio la menzogna. Se a proposito di qualcuno si dice che ha detto la verità, vuol dire che prima di lui alcuni o parecchi o uno solo hanno detto qualcos'altro, una menzogna o cose generiche; lui invece ha detto la verità, cioè qualcosa di pratico, di concreto, di irrefutabile, proprio quella cosa di cui si trattava.
Poco coraggio invece ci vuole per lamentarsi della malvagità del mondo e del trionfo della brutalità in genere e per agitare la minaccia che lo spirito finirà col trionfare, quando chi scrive si trovi in una parte del mondo in cui ciò è ancora permesso. Molti assumono l'atteggiamento di uno che stia sotto il tiro dei cannoni, mentre sono semplicemente sotto il tiro dei binocoli da teatro. Vanno gridando le loro generiche rivendicazioni in un mondo amico della gente innocua. Chiedono genericamente una giustizia per la quale non hanno mai mosso un dito e chiedono genericamente la libertà, quella di ottenere una parte del bottino che già da gran tempo è stato spartito con loro. Considerano verità solo ciò che ha un bel suono. Se la verità ha a che fare con cifre, con fatti, se è cosa arida, che per essere trovata richiede sforzo e studio, allora non è una verità che faccia per loro, non ha nulla che li possa inebriare. Solo esteriormente hanno l'atteggiamento di chi dice la verità. Con loro il guaio è che non conoscono la verità".


E' uno stralcio tratto dagli Scritti sulla letteratura e sull'arte di Bertolt Brecht, Edizioni Einaudi.

Lo abbiamo pubblicato volutamente perchè siamo convinti che di fronte alla propaganda padronale ed alla patetica e volgare cultura dominante un grande atto di rivoluzionario è dire la verità.

E non ci spaventano le intimidazioni. Noi vogliamo che i lavoratori e le lavoratrici della DHL siano trattati come persone e non come merce.

Noi vogliamo un sindacato che rispetti la propria storia e difenda sul serio i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Non sappiamo che farcene di burocrati e di burocratini che si preoccupano di difendere i loro privilegi mantenendo un rapporto di subordinazione con i vertici nazionali aziendali.

A Pomigliano D'Arco in provincia di Napoli, è stato promosso uno sciopero cittadino per protestare contro il licenziamento di un delegato della Fiom Cgil della Fiat Avio.

La Regione ed il Comune hanno deciso di revocare tutti gli accordi ed i benefici fiscali accordati alla Fiat Avio fino a quando non sarà revocato il licenziamento.

La Fiom Cgil nazionale ha mobilitato parlamentari e forze significative della società civile.

I lavoratori della Dhl hanno appreso del licenziamento del sindacalista aziendale della Filt Cgil di Napoli solo attraverso il blog.

Non è stato promosso alcun comunicato nazionale. Nè è stato proclamato uno sciopero nazionale. Vergogna!!

Lo sciopero è stato promosso spontaneamente dai lavoratori di Casoria. La Filt territoriale e nazionale lo hanno subìto.

Nei prossimi giorni i vertici della Filt Cgil hanno convocato ad horas i delegati della Cgil.

Saranno invitati a rimettersi in riga.

Con le buone o con le cattive.

Saranno invitati a sottoscrivere documenti di "presa di distanze". Saranno messi sotto accusa quei rappresentanti sindacali più combattivi ed antagonisti.

Il segretario nazionale della Filt è stato a sua volta richiamato all'ordine dal capo del personale della DHL. "O metti in riga i tuoi e normalizzi i conflitti nelle varie sedi o si rompono i nostri rapporti" - gli è stato detto dal Kapo.

Il blog rappresenta una spina nel fianco. Perchè attua un'informazione senza censure. Alimenta e favorisce il confronto democratico.

Non è un caso se i vari galoppini e personaggi filoaziendali hanno iniziato a lasciare commenti tentando di creare volutamente rassegnazione e sconforto.

Noi riteniamo che l'informazione è potere.

Dobbiamo continuare a fare denunce, a promuovere inchieste. Tutti i lavoratori e le lavoratrici della DHL si devono trasformare in reporters del Blog.Createvi degli indirizzi mail usando anche pseudonimi.

Inviateci via mail anche fotografie su quello che accade nelle varie filiali.

Non bisogna assolutamente mollare. I kapi ed i kapetti sono tigri di carta!!

59 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre più deprimente vedere che i soliti noti perseverino a manipolare a proprio uso e consumo il malcontento dei lavoratori per cercare di trarre consenso. Si sta raschiando il barile. La faccia la si è ormai persa da tempo, ma a questo non ci si rassegna. Con ogni mezzo, con la calcolata diffamazione, si creano incertezze tra i lavoratori, ormai quello che prevale non è più l'interesse verso i lavoratori e i loro problemi, ma solo il gettare infamia su tutto e se tutti coloro che possono in qualche modo ostacolare le ipocrite ambizioni di chi, ergendosi a paladino dei valori, annaspa alla ricerca di una credibilità che ha già perso. Leggo questo blog da giorni, ma è la prima volta che scrivo e sarà anche l'ultima, stiamo solo facendo il gioco di chi vuole frammentare i lavoratori.Questo mi fa solo tanta, tanta tristezza.

Anonimo ha detto...

Quella che si firma "amareggiata" evidentemente vuole che permanga lo stato delle cose presenti...singolare la sua difesa acritica del sindacato...non è per caso una sindacalista aziendale?

Anonimo ha detto...

e daje a seminar zizzania. lo volete capire o no che nun ve crede nessuno.

Anonimo ha detto...

VOGLIO RASSICURARE TUTTI I COLLEGHI CHE LEGGONO IL BLOG. HO FATTO UNA VERIFICA. IL GESTORE DEL BLOG E' GOOGLE UN GRANDE MOTORE DI RICERCA MONDIALE. LA SUA SEDE E' IN CALIFORNIA. NESSUNO POTRA' TOCCARE IL BLOG. NON SOLO. A QUANTO MI RISULTA E' DOTATO DA UN GRANDE SISTAMA DI PROTEZIONE...FORZA BLOG!!

Anonimo ha detto...

bravo continua a istigare le delazione anonima, tanto poi in azienda fai il lecchion del tuo capo e no solo di quello. sei un squallido bugiardo.

Anonimo ha detto...

Ah, si
LUI ha fatto una verifica!
Il gestore del blog NON è google. Google è il fornitore del servizio.

E se non sai la differenza, allora cerca di parlare di cose di cui sai.

Per la legge italiana fa una GRANDISSIMA differenza.

Anonimo ha detto...

.....Amareggiata il blog istiga e dice menzogne e tu che fai?perche'ti amareggi?c'e'una situazione generale dei lavoratori in dhl che fa'amaraggiare persino i piu'lecchini e galoppini i quali, e lo hanno fatto anche con me si lamentano che nonostante la loro continua disponibilita'non hanno i benefici che si aspettano,e sto parlando di una persona che essendo un secondo livello ha mansioni di terzo super e che abitualmente fa'circa 4 ore di straordinario al giorno.....e sono dati tutti verificabili dai tabulati.....!e tu amareggiata perche'non hai il coraggio di firmarti?

Anonimo ha detto...

ecco cosi' si fa...fate anche 4 ore di straordinario per sti ......continuate pure a fare il loro gioco,pero' quando si tratta di criticare gli altri tutti hanno sempre e comunque qualcosa di cui lamentarsi,forse di ore di straordinari dovrebbero farne 8,salvo poi lamentarsi a fine anno per le trattenute e per i presunti benefici che dovrebbero spettargli.
ma purtroppo il mondo va avanti anche cosi'...peccato che poi alla fine quelli che dovrebbero essere diritti di tutti diventano privilegi per qualcuno.

Anonimo ha detto...

Questo "signore" che si firma Evil e con altri ridicoli pseudonimi è sicuramente uno che appartiene alla konsorteria. O è un kapetto, o è un ruffiano o un sindacalista prezzolato.Vuole terrorizzarci dicendoci che è stato denunciato il blog, che sarà individuato chi lo gestisce, che si lasciano tracce. Noi ci auguriamo che la Polizia Postale possa avere la delega da un magistrato in modo che leggendo i contenuti del blog che si renda conto di quello che accade nelle nostre filiali. Che si indaghi sulle forniture, sulle cooperative gestite da negrieri, sul mobbing e tante altre storie....Le tante denunce presnti su questo blog sono già materie per far aprire inchieste alle sezioni lavoro delle procure della repubblica delle varie città italiane dove sono presenti le nostre filiali. Quindi, ben venga la polizia postale. Viva la polizia postale!!Lavoratori della Polizia Postale indagate su questi manager e kapetti. Se volete siamo pronti a collaborare con voi!!

Anonimo ha detto...

...i galoppini ed i kapetti hanno paura della "delazione autonoma"....SIAMO TUTTI DELATORI AUTONOMI!!VIVA LA DELAZIONE SE SERVE A DENUNCIARE LE VIGLIACCHERIE DI KAPI E KAPETTI E DI SINDACALISTI DI COMODO!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Parliamo attraverso questo blog e ci sfoghiamo di tutte le cose che riteniamo ingiuste.

Questa e' la prima fase , dove per la prima volta abbiamo avuto la possibilita' di scrivere cose che sentivamo di dover dire .

Ora e' arrivato il momento di passare alla fase n°2.

E cioe', dobbiamo comincare a far crescere il potere di questo blog , per creare veramente dei cambiamenti.

Possiamo farlo solo attraverso denuncie puntuali su quello che accade in azienda ,inviandole all'e-mail del blog.

Anche in forma anonima.

Se non passiamo a questa fase e non ci sono interventi degli ispettorati del lavoro ,magistratura e altro, nulla potra' mai cambiare.


Scrivo a tutti quelli che si sentono di dover difendere le varie rappresentanze sindacali fino ad oggi in essere all'azienda:
Non vi piccate troppo quando vi attaccano e soprattutto non sentitevi sempre vittime di aggressioni.

Mi spiego:
E' vero che fino ad oggi avrete sicuramente portato a termine progetti per la tutela del lavoratore e che se non ci foste stati ,in alcuni casi sarebbe andata peggio.

Quello che i redattori del blog stanno pero' cercando di dirvi in mille maniere e' che i tempi sono cambiati , che l'azienda non e' piu' quella che abbiamo conosciuto fino a qualche anno fa.

Siamo in una altra situazione , abbiamo nuovi responsabili e nuove modalita' di gestire i rapporti con i lavoratori.

Almeno di questo dovremmo essere convinti tutti!!!!!.

Allora, se la scena e' cambiata , non si puo' suonare sempre la stessa sinfonia.

Bisogna trovare un modo di trattare le questioni diversamente.

Se l'azienda alza il tiro , come e' evidente a tutti , beh i sindacati devono cambiare lo stile e la loro capacita' di negoziare .

Insomma mi sembra che dai vari commenti scritti sul blog , i sindacati si preocupino di dire che non c'e' niente di nuovo sotto il sole della DHL e che non sta accadendo proprio niente di cui ci si debba preoccupare!!

Mi sembra di sentire le loro voci:"state tranquilli abbiamo tutto sotto controllo,".

Quello che i redattori del blog invece mi sembra vogliano dire e' che dobbiamo creare un sindacato piu' tosto e maturo , capace di negoziare accordi che tutelino maggiormente i lavoratori.
stanno cercando di dirci che, i demansionamenti i licenziamenti facili e tutto quello che vediamo di non proprio bello , non sono cose ' troppo " normali " soprattutto non lo sono quando questi comportamenti non sono casi isolati ( cosa che accade in tutte le aziende), ma sono accadimenti oramai piu' che frequenti.


Possiamo continuare a credere che il modo per tutelarci in questa situazione e' quello di stabilire relazioni aziendali che ci proteggano da eventuali rischi, e possiamo continuare a pensare che chi lavora e si comporta bene non avra' mai problemi.

Oppure possiamo pensare che e' innanzittutto fondamentale fare bene il proprio lavoro e avere un comportamente irreprensibile, ma che cio' non basta quando c'e' aria di riduzione del personale.

Allora oltre che aiutarci da soli , facciamolo anche attraverso un sindacato che sembra voler dire cose nuove.

Anonimo ha detto...

Per Sendero Luminoso:
Dici:
Questo "signore" che si firma Evil e con altri ridicoli pseudonimi è sicuramente uno che appartiene alla konsorteria.

Non firmo con "altri ridicoli pseudonimi". Ho scritto solo altre tre volte sul blog, sempre in forma anonima. E me ne scuso, visto che tutti quelli che mi conoscono sanno che sono solito lasciare sempre una traccia molto visibile.

Quando visibile?
Abbastanza, il mio collega di scrivania appena ha letto il messaggio, firmato Evil, mi ha chiamato ed ha detto "Sei tu?"

Dici:
O è un kapetto, o è un ruffiano o un sindacalista prezzolato.

Non sono un kapetto. Anzi, sono l'ultima ruota del carro, nel mio ufficio. Sono il primo nella lista dei licenziabili.
Come? Non sapevi che ogni direzione ha una lista con le persone nell'ordine di "sacrificabilità"?
Già. Ed io sono il primo.

Dici:

Vuole terrorizzarci dicendoci che è stato denunciato il blog,

Non ho mai detto questo. Mai.
che sarà individuato chi lo gestisce,
Non ho detto neanche questo!
che si lasciano tracce.
Vero. Lasci in ogni caso l'IP dal quale ti connetti. Se lo fai dall'azienda è un 165.72.200.xxx, che sono gli indirizzi IP pubblici di Praga. E dentro l'azienda lasci delle tracce che sono facilmente individuabili se uno vuole saperci fare.
Non lo dico per fare terrorismo. Anzi. Lo dico perchè è giusto che la gente sappia come deve comportarsi.

Dici:
Noi ci auguriamo che la Polizia Postale possa avere la delega da un magistrato in modo che leggendo i contenuti del blog che si renda conto di quello che accade nelle nostre filiali.

Anche se la Polizia Postale acquisisce i dati del Blog, non si mette a leggere i contenuti. Perdona la mia falsa modestia, ma su questo punto sono sicuramente sufficientemente esperto in materia, avendoci avuto a che fare più di una volta.

Che si indaghi sulle forniture, sulle cooperative gestite da negrieri, sul mobbing e tante altre storie....

Fino a che lo scrivi qui, anche in caso di acquisizione da parte della PolPost, non serve a nulla. Serve una denuncia formale. Il "si dice" non serve a nulla.

Le tante denunce presnti su questo blog sono già materie per far aprire inchieste alle sezioni lavoro delle procure della repubblica delle varie città italiane dove sono presenti le nostre filiali.

Scusa ma non vedo molte denunce. Vedo solo purtroppo molti "si dice". Quelli non servono a nulla.
Servono fatti ben documentati.

Se vai in questura e davanti all'agente dici "si dice che in DHL succede questo e quell'altro", come minimo ti dice di tornare un altro giorno.

FATTI, FATTI, FATTI.

Di questi ne ho visti pochissimi da queste parti.

"si dice che qualcuno ha chiamato da cuba"
"si dice che qualcuno fa questo"
"si dice che qualcuno fa quell'altro".

FATTI, DATE, NOMI.

Servono quelli. Niente altro.

Quindi, ben venga la polizia postale. Viva la polizia postale!!Lavoratori della Polizia Postale indagate su questi manager e kapetti. Se volete siamo pronti a collaborare con voi!!

La PolPost che indaga su DHL?
Eh... che ignoranza...

Mi spiace dirlo, io sono a favore di un blog come questo per informare tutti i lavoratori di quello che succede. Ma interventi come il tuo servono praticamente ZERO, se non a dare false speranze.

Il blog non serve per denunciare. Serve per INFORMARE.
Se fosse scritto un poco meglio, un poco meno "vagamente" sarebbe molto utile da mandare a tutti i clienti DHL, ma la maggiorparte dei commenti sembrano quelli dei bambini delle elementari che vanno dalla maestra: "maestra, maestra, il mio compagno di banco mi ha tirato i capelli".

Su su... tirate fuori le palle, se le avete.

Anonimo ha detto...

Senti Ervil,
smettila di bleffare. E' singolare che tu riesca a scrivere i commenti facendolo sapere al tuo vicino di scrivania. Evidentemente sei così protetto in azienda che ti puoi tranquillamente permetterti questo lusso.
Parli di fatti? Il licenziamento del nostro compagno di Napoli non è un fatto?
Comunque, smettila buffone di dire idiozie.
La Polizia Postale potrà intervenire solo in possesso di una delega del magistrato. E buona parte dei magistrati italiani sono persone molto serie e sensibili e sono molto informati - grazie al loro encomiabile lavoro - di quello che avviene sui posti di lavoro.
Evil se questo blog non ti piace perchè non ti levi dalle palle?

Anonimo ha detto...

Soltanto i vigliacchi hanno paura a mostrare la faccia, più facile pugnalare alle spalle.Vergognatevi!

PS: dal mio pseudonimo chi è attento capisce chi sono io, io mi firmo.

Anonimo ha detto...

e' la prima volta che visito il blog......ho la percezione che ci sia molta divisione e poco ascolto già tra di noi......come si fa a dire che qsto è solo l'inizio se già all'inizio siamo così divisi?E' nella divisione che i padroni trovan terreno fertile per fare cio' che vogliono......e la creano, la sfruttano, la alimentano, non facciamo una guerra fra poveri.Ciao a tutti

Anonimo ha detto...

vallo a dire a chi fa sto blog, non vedi che scrivono solo con questo intento, quello di dividere il fronte dei lavoratori. Anche se si inneggia alla liberta ed alla democrazia vedo che si dileggia e si cerca di distruggere chi non la pensa nello stesso modo. Lasciatemelo dire , ma questi sono metodi assai poco democratici. Anche se vi proclamate di sinistra i vostri sono metodi fascisti e questo i lavoratori lo devono capire.
Il vostro scopo non è elevare lo status dei lavoratori, ma tentare di annientare chi li rappresenta. Tanto in dhl i cobas non passeranno.

Anonimo ha detto...

Evil, non ervil.
Sono due cose completamente diverse. Evil è il diavolo, in particolare è riferito al logo di un sistema operativo...
Ervil... beh, non sto a spiegartelo, visto che sicuramente già lo sai, visto che l'hai usato.

Io mi posso permettere di scrivere quello che voglio e quando voglio, basta che non lo faccio dalla connessione aziendale. Evito assolutamente tutte telefonata dal cellulare aziendale, evito assolutamente tutte le telefonate private dal telefono fisso. Evito di usare internet per gli affari miei (contrariamente a molti di voi che usano la connessione DHL per collegarsi al blog, e questo non è molto bello. Se volete correttezza dall'azienda, dovete iniziare a dare correttezza voi).

Come ho detto altre volte NON sono protetto. Anzi, sono il primo nella lista dei licenziabili. Ma sicuramente viste le tue reazioni ti da fastidio che si sappia dell'esistenza di questa lista. Come mai? Sei uno di quelli che ha aiutato a compilarla? Sei uno che si nasconde dietro ad un nickname perchè di giorno continua a leccare il culo ai capi ed ai capetti?

Il licenziamento del collega di Napoli, che conosco personalmente, è UN fatto. Evidentemente quando leggi "pochi" fatti sai capire solo "nessuno".
Pochi fatti ma assolutamente tantissimi "si dice".

La polizia postale interviene direttamente dietro denuncia NON ANONIMA con l'acquisizione dei dati del blog. In seguito il magistrato può chiederne il sequestro, la confisca, il blocco, l'oscuramento.
Studiati un po' come vanno le cose, prima di sparare cavolate.

Io non me ne vado dal blog, perchè spero che prima o poi qualcuno inizi a far funzionare le cose come si devono anche qui sopra.

Oppure sei uno di quelli che critica il sindacato e l'azienda ed i capi e tutto il mondo ma non ha e non propone mai una idea alternativa? Armiamoci e partite.

Anonimo ha detto...

Evil ha avuto il compito - insieme ad un altro paio di galoppini - dai padroni nel cercare di incutere timori ai frequentatori del blog continuando a parlare di polizia postale, di chiusure, di controlli, di intercettazioni....techiche di dissuasione(imparate dai padroni)... Lui continuerà a frequentare il blog proprio per fare questo...è "incentivato" a fare questo...MONNEZZA!!!

Anonimo ha detto...

e tu da chi sei pagato? sei un furfante, che avendo perduto gli "appoggi" aziendali cerca credibilità altrove. sulla pelle dei lavoratori. vergognati.

Anonimo ha detto...

Guarda che io non ho mai parlato di polizia postale per primo. Ho semplicemente risposto.

Certo che voi VERI GALOPPINI ammaestrati riuscite sempre a rigirare la frittata a vostro favore, ma non riuscite più a nascondervi dando la colpa agli altri.

Anonimo ha detto...

Ignorate Manola, non rispondete!!
Questa persona è al servizio DHL serve solo a fare scompiglio.
Non vi prestate, è un bassissimo trucchetto, le regole possiamo dettarle noi, focalizzate la meta, possiamo raggiungere l'obiettivo, Manola non è l'obiettivo...è un trucchetto DHL.

Anonimo ha detto...

Ha ragione Evil , non sta facendo terrorismo psicologico.

Ragazzi se vogliamo contiunuare a scrivere cerchiamo di rimanere sui fatti che accadano e non sugli insulti , perche' poi via via si esagera e si scade .

La forma e' importante , anche la forma e ' sostanza!!

Tutti abbiamo capito che ci sono persone che scrivono sul blog per mettere zizzania e screditare , DELEGITTIMARE tutto quello che si scrive , al fine di non essere piu' creduti.

Tutti noi CERCHIAMO DI FARE UNO SFORZO, basta usare parole come galoppino , fascista ,sindacalista fasullo e altro , che offende la persona e fa cadere in basso tutti i contenuti del blog.

RImaniamo sulla notizia da dare sul commento da fare , che pure se non ci trova d'accordo con chi lo scrive , dobbiamo SEMPRE ricordare la forma!!

Inoltre, quando leggiamo i commenti non attacchiamo subito chi cerca di fare delle analisi obiettive come le ha fatte Evil , questo non significa che e' contro il blog , sta semplicemnte mettendoci a disposizione le sue informazioni.

Leggiamo piu' attentamente!!

Anonimo ha detto...

Lavorare stanca

I due, stesi sull'erba, vestiti, si guardano in faccia
tra gli steli sottili: la donna gli morde i capelli
e poi morde nell'erba. Sorride scomposta, tra l'erba.
L'uomo afferra la mano sottile e la morde
e s'addossa col corpo. La donna gli rotola via.
Mezza l'erba del prato è così scompigliata.
La ragazza, seduta, s'aggiusta i capelli
e non guarda il compagno, occhi aperti, disteso.

Tutti e due, a un tavolino, si guardano in faccia
nella sera, e i passanti non cessano mai.
Ogni tanto un colore più gaio li distrae.
Ogni tanto lui pensa all'inutile giorno
di riposo, trascorso a inseguire costei,
che è felice di stargli vicina e guardarlo negli occhi.
Se le tocca col piede la gamba, sa bene
che si danno a vicenda uno sguardo sorpreso
e un sorriso, e la donna è felice. Altre donne che passano
non lo guardano in faccia, ma almeno si spogliano
con un uomo stanotte. O che forse ogni donna
ama solo chi perde il suo tempo per nulla.

Tutto il giorno si sono inseguiti e la donna è ancor rossa
alle guance, dal sole. Nel cuore ha per lui gratitudine.
Lei ricorda un baciozzo rabbioso scambiato in un bosco,
interrotto a un rumore di passi, e che ancora la brucia.
Stringe a sè il mazzo verde - raccolto sul sasso
di una grotta - di bel capevenere e volge al compagno
un'occhiata struggente. Lui fissa il groviglio
degli steli nericci tra il verde tremante
e ripensa alla voglia di un altro groviglio,
presentito nel grembo dell'abito chiaro,
che la donna gli ignora. Nemmeno la furia
non gli vale, perché la ragazza, che lo ama, riduce
ogni assalto in un bacio c gli prende le mani.

Ma stanotte, lasciatala, sa dove andrà:
tornerà a casa rotto di schiena e intontito,
ma assaporerà almeno nel corpo saziato
la dolcezza del sonno sul letto deserto.
Solamente, e quest'è la vendetta, s'immaginerà
che quel corpo di donna, che avrà come suo, sia,
senza pudori, in libidine, quello di lei.

Anonimo ha detto...

Si ricade sempre nello stesso errore, cercare di annullare chi la pensa in maniera differente dalla tua, ma soprattutto autonoma.
Tu vuoi solo manipolare le opinioni dei lavoratori, e chi non si fa manipolare lo definisi "lekkino" "kapo" o peggio ancora.
Io cerco di essere equilibrata anche se onestamente faccio fatica.
Non ho mai insultato nessuno ed in cambio ricevo insulti, tento di proporre un punto di vista diverso e qualcuno dice che devo essere ignorata. Ma che modo di fare sindacato è mai questo. Come pensate di proporvi come alternativa al sindacato confederale? Zittendo tutte le voci discordanti?
La democrazia sta alle base del confronto, ma a quanto pare chi redige questo blod disprezza le regole democratiche che governano il confronto.
A sei contro di me o sei con me.
Non esistono sfumature, posizioni intermedie.

Cosa avete fatto di propositivo?
Io non sono una sindacalista, e come dici tu nemmeno una "lekkina".
Ma ho un difetto, ed è il difetto che voi ritenete più pericoloso: PENSO.
E chi pensa può condividere ma può anche criticare.
Io non sono innamorata dei sindacati, ma visto che penso, ho la presunzione di pensare che senza di loro in questa azienda staremmo tutti assai peggio.
Io in questi anni, oltre alla garanzia del mio posto di lavoro, ho ottenuto dei ticket che prima non avevo, un premio produzione che prima non avevo, un avanzamento di livello. E tutto questo senza che nessuno mi chiedesse come io la pensassi.
Certo i limiti ci sono. Sono i limiti dettati dalla difficoltà di fare i sindacalisti quando chi rappresenti non ti appoggia. I generali da soli non vincono le guerre, devono avere le truppe. Perdonatemi la metafofa, sono pacifista ma esempio migliore non mi veniva.
Adesso ricominciate pure a dire che sono una serva del padrone, una lecchina, una venduta, una prezzolata, una buffona.
Non dimenticate di dire che devo essere ignorata.
Io non sciverò più su questo blog. Resterò comunque serena con la mia coscienza, mi potrò continuare a guarfare allo specchio.
Non so se voi potrete fare altrettanto.
ciao
Manola

Anonimo ha detto...

A cosa servono i commenti copia/incolla da testi famosi di Cesare Pavese e i commenti ripetuti ovunque uguali di Manola?

Anonimo ha detto...

i testi di Cesare Pavese servono ad allargare il nostro orizzonte culturale (e per questo lo ringrazio), quelli di Manola servono ad illuminarci sul suo personale punto di vista

Anonimo ha detto...

É curioso vedere che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono state prese per indizio di poco merito.

Anonimo ha detto...

Allora... un copia/incolla di testi famosi non serve a nulla. Sarebbe molto più utile al limite un link ad un sito specializzato.

Un commento di manola serve a spiegare il suo punto di vista. Lo stesso commento sotto quattro blocchi di commenti di discorsi diversi, serve a far capire che tutto quello che dice è da considerare "rumore di fondo" (come tutto quello che dicono le persone che urlano, che interrompono e che tendono a voler avere sempre comunque l'ultima parola).

Anonimo ha detto...

BASTA LITI TRA DI NOI: scrivete a postoffice@dhl.com "HELP US - DHL ITALY"
E' la prima delle azioni del popolo silente.

A breve la seconda....

Anonimo ha detto...

ppprrrrrrrrrrrrrrrrrr....

Anonimo ha detto...

Metodico il pernacchione che , utilizzando gli strumenti aziendali, segna volgarmente il territorio...che sta perdendo!
Magari vai anche in chiesa...e la coscienza dove ce l'hai?

Anonimo ha detto...

La coscienza ce l'ha pulitissima, praticamente mai usata.

Mi viene una tale voglia di dire il nome e cognome della persona che si firma pernacchione, ma sto cercando di trattenermi. So che alla fine non ce la farò e scriverò pure il suo indirizzo di casa.

Chi lo conosce solo di nome non si aspettava certo un tale comportamento, vista la posizione che occupa in azienda. Ma si sa, certi titoloni alla fine servono solo a nascondere il nulla piu` assoluto. Più altisonante è il titolo, meno c'è dietro.

Anonimo ha detto...

Il nome vogliamo il nome dello scorreggione....dicci il nome.

Anonimo ha detto...

Per caso lo scorreggione è Gualazzini?

Anonimo ha detto...

A Napoli si dice che il pesce puzza dalla testa : ma se gli consentono di scorreggiare di chi è la colpa?

Anonimo ha detto...

forza venite gente
giullari e saltimbanchi
il più grande spettacolo del mondo

...ed è tutto gratis...

Anonimo ha detto...

Ben svegliato scorreggione!

Anonimo ha detto...

Ho letto che qualcuno ancora si ostina ad affermare che in questo blog ci sono contenuti seri.

Anonimo ha detto...

Ci sono e c'è anche ironia e rabbia...Siamo umani e stanchi di non capire dove si voglia andare a parare.
Bisogna stare attenti a non cadere nelle provocazioni e sono d'accordo ma un fiume in piena , prima che ritrovi il suo corso naturale, travolge..

Anonimo ha detto...

che belle parole...

purtroppo le tue sono solo parole, infatti questo blog è pieno di ...
NULLA

Anonimo ha detto...

per favore non mostrate il fianco .....baci a tutti....

Anonimo ha detto...

... ma quale fianco?

questi non mostrano nemmeno la faccia!!!

Anonimo ha detto...

lory hai ragione la situazione è diventata ingestibile e c'è una provocazione continua. Atteniamoci ai fatti e raccontiamo cosa non va o non ci torna. Basta lotte con i sindacati e fra di noi : ci screditano. Baci a tutti!
NON ACCETTIAMO PIU' PROVOCAZIONI E RICORDIAMOCI DEI COLLEGHI LICENZIATI, MOBIZZATI, DEGLI STIPENDI SBAGLIATI E DI TUTTO CIO' CHE NON VA SUL PERIMETRO LAVORATIVO

Anonimo ha detto...

lory hai ragione la situazione è diventata ingestibile e c'è una provocazione continua. Atteniamoci ai fatti e raccontiamo cosa non va o non ci torna. Basta lotte con i sindacati e fra di noi : ci screditano. Baci a tutti!
NON ACCETTIAMO PIU' PROVOCAZIONI E RICORDIAMOCI DEI COLLEGHI LICENZIATI, MOBIZZATI, DEGLI STIPENDI SBAGLIATI E DI TUTTO CIO' CHE NON VA SUL PERIMETRO LAVORATIVO

Anonimo ha detto...

lory hai ragione la situazione è diventata ingestibile e c'è una provocazione continua. Atteniamoci ai fatti e raccontiamo cosa non va o non ci torna. Basta lotte con i sindacati e fra di noi : ci screditano. Baci a tutti!
NON ACCETTIAMO PIU' PROVOCAZIONI E RICORDIAMOCI DEI COLLEGHI LICENZIATI, MOBIZZATI, DEGLI STIPENDI SBAGLIATI E DI TUTTO CIO' CHE NON VA SUL PERIMETRO LAVORATIVO

Anonimo ha detto...

Hai sbagliato l'analisi delle cose.

Non basta ripetere il commento tre volte per avere ragione, sembri il berlusca, che continuando a dire che i comunisti mangiano i bambini ha trovato chi gli crede sul serio.

Dici che la situazione è ingestibile.

Io la definisco IMPROPONIBILE.

Non potete pretendere di gestire un blog ingiuriando ed irridendo chi non la pensa come voi.

Non potete continuare a proporre bugie spacciandole per verità.

Ma soprattutto non potete permettervi di esortare gli altri ad ignorare chi non la pensa come voi.

Non potete perseverare a definire provocazioni le affermazioni dissonanti dalle vostre.

A voi i lavoratori diranno basta.
NON VI CREDE PIU' NESSUNO.

Le persone con la ragione , per esternare il disagio utilizzano altri mezzi ed altri spazi.

Anonimo ha detto...

I tre messaggi identici ripetuti sul blog (come ce ne sono anche altri) con lo stesso orario, sono in genere dovuti ad un timeout del server di blogger/blogspot e da una cattiva interpretazione dei messaggi di errore del server da parte di quello schifo di browser che è Internet Explorer, il quale, anzichè mostrare un popup d'errore, preferisce rimandare i dati.

Anonimo ha detto...

Incredibile , il blog e' pieno di messaggi che vogliono screditare chi scrive e cosa c'e' scritto.

Ma se non siete d'accordo con il blog e con quello che viene scritto , prendetene le distanze , non ci scrivete!!

Insomma , se non mi piace un film non vado a vederlo continuamente per poi continuare a lamentarmi!!

Non ci vado e basta.

Cari colleghi che vi appprestate a leggere e commentare, scrivendo che tutto quello che diciamo sono cose false e che il blog non e' uno strumento vero e utile , andate a giocare a pallone , fatevi una bella doccia , andate a mangiare un bel gelato , insomma visitate posti che vi piacciono e nei quali vi riconoscete.

Se continuerete a scrivere contro il blog e contro quelli che vogliono parlare del proprio lavoro attraverso questo strumento ,finiamo col pensare che ne avete una grande PAURA e che non riuscite proprio a prenderne le distanze emotive.

Anonimo ha detto...

Interessante,si chiede a chi la pensa diversamente di non leggere e non scrivere sul blog.
Anomalo metodo di proporre il confronto,assai poco democratico direi.A parte il dettaglio che quelli infastiditi siete voi quando vi si contraddice.Vorreste che questo blog si trasformi in una sorta di circolo chiuso,ma quando avete scelto questo come strumento dovevate saperlo che la rete è di tutti.Se non vi piace potete sempre fondare un club.Ci entrate solo voi,dite quello che volete,e nessuno vi contraddice.Qui non si tratta di avere o non avere paura ( di cosa poi ) ma di avere rispetto per gli altri e per le loro idee.
Voltarire diceva:
Disapprovo ciò che dici, ma difenderò alla morte il tuo diritto di dirlo.

Anonimo ha detto...

Tutti abbiamo il diritto di scrivere sul blog : le idee di tutti forse ci faranno uscire da quest'inferno.Quindi ben vengano tutti i contributi e tutte le critiche che servono al nostro scopo. Quello che mi stupisce è che c'è un signore che da venerdì sera è attaccato al computer e , come un can mastino, risponde senza tregua con insulti.Mi spiace molto per lui che si sia fumato il week end in questo modo ma prova finalmente quello che i lavoratori provano quotidianamente. Un forte senso di IMPOTENZA e PAURA. Sì, paura perchè di questo si tratta.

Anonimo ha detto...

Non è stato detto che chi ha idee opposte non ha il diritto di scrivere e di esporle. Anzi. Questo deve essere il terreno per esporre civilmente (e non come fa il prottt) il proprio pensiero.
Perchè il pensiero di quelli che sono disperati già lo sappiamo. Ma non conosciamo il pensiero di quelli che stanno lassù. Da anni le comunicazioni aziendali sono di un vacuo da fare paura. Sono stati stampati volantini (sempre in carta patinata, come dice lavoratrice di serie B) pieni di parole, ma privi di contenuti. Si fanno meeting in cui non si dice nulla. Una volta si facevano le riunioni di reparto, ora non si fanno più. L'ultima che alla quale ho partecipato è stata quella per i sette valori, ma nessuno ha mai capito a cosa è servita. Forse solo a stampare qualche volantino ed a far produrre qualche penna a sfera per l'evento? Di tutto quello nessuno se ne ricorda più.

Anonimo ha detto...

Si ma se poi le idee vengono usate per distorcere la verità il giochino è scorretto.Vero bloggers?

Anonimo ha detto...

La verità non è quella di chi cambia nick ma rimane con a senza h, punti interrogativi (rigorosamente tre) e grassetti....

Anonimo ha detto...

"Giardini e strade" é il titolo del primo diario di guerra , della "dr™le de guerre" e della guerra lampo sul fronte francese del '40. Pubblicato subito e già circolante nel '42 e di cui "Irradiazioni" é il seguito. La storia dei testi di Junger é intricata, si coinvolge su se stessa come un continuum di scrittura e si capisce che questa é più una esigenza esistenziale che letteraria, anche se a dirla così sembra di operare una frattura che probabilmente non ha alcun senso realizzato. Ma un senso al modo di un segno, una traccia, probabilmente sì, perché lo stesso Junger in molte occasioni, ed anche in qualche intervista (vedi la conferma - sicuramente ben ponderata, per la sua destinazione a libro - nelle conversazioni con l'Hervier) si definisce come distaccato dai suoi testi, una volta risolti, autonomi. Invece la bibliografia sta, tutta lì, a dimostrare una volontà di ripresa, di limatura e di riconnessione. Almeno all'interno di alcuni grandi periodi esperienziali, che, per i magici limiti (sempre spostatisi) di tempo risultano quasi imparagonabili, ad altre storie letterarie, e comunque difficilmente sovrapponibili. "Diario di guerra" é poi, per un libro affluente e ricchissimo, che racchiude mondi diversi ed apparentemente inconciliabili, evidentemente solo una definizione-pretesto. Dal '41 al '45 é una intera vita che si rivolge su e contro se stessa ed arte e massa, cultura e sofferenza, sottigliezza e belluinità, sono sul piano inclinato, segnati da un sole nero. Ed anche questa divisione dei "diarii", ci fa riflettere sulle tante "guerre", comprese dentro la grande scia di sangue delle Guerre Mondiali, dotate quasi di una loro fisionomia, o storia, autonoma, anche se la logica del dopo, alunna di Hegel, normalizza le potenzialità e derealizza ogni accadimento non in linea con l'esito finale. In un tempo di universalmente sollecitati umanismi, l'occhio (definito) glaciale di Junger, in sorta quasi di sadico specchio riflettente ogni elemento di purezza e di orrore, diviene un segno ambiguo, smarcante. Il suo potere letterario é veramente sui generis: rarissimamente tanto poca simpatia ha dovuto tramutarsi in rispetto prima ed in ammirazione alla fine e parliamo qui evidentemente di tutto un milieu letterario a lui idealmente se non ideologicamente ostile. Infatti la fortuna letteraria di Junger é vissuta a cavallo di due epoche totalmente diverse, quanto a "maggioranze letterarie": quella dall'inizio a metà secolo, nichilista, estetizzante e beaugestista, ove antiborghesismo ed antiproletarismo si univano in quella miscela esplosiva che fece di tanti autentici anarco-aristocrati degli intellettuali idealmente impegnati sul versante nazional-popolare nella versione sintetica della "rivoluzione conservatrice" e quella post bellica, neorealista, proletarista, pacifista, antinazionale più che antinazionalista, ed ovviamente e disordinatamente antifascista. Essere nella "maggioranza di prima", significa però esserlo, per Junger, in qualità di scrittore di "corporazione", quasi l'emblema di una espressione occidentale del Bushid™ (l'unica possibile e storicamente esistita in Europa essendone la corrispondente solida roccia, l'educazione classicista della Prussia prima e della Germania guglielmina poi). Chi ha chiaro tale inquadramento ne riconosce già i punti di forza, ma il genio specifico di Junger produce un'estensione infinita di tale quadro, estensione che si realizza nell'individuazione del proprio stile, in modo sicuramente immediato prima e via via mediatamente, in un lungo confronto con il contesto esterno, non potendosi parlare di un apprendistato, se non limitatamente ai primissimi tempi. L'individuare il proprio stile vive di una capacità piena di estraniazione dal primo cliché letterario (l'esteta astuto della generazione bellica) e l'estendersi delle passioni (da quella su e per le "forme viventi" a quella metapolitica) é contemporaneamente il mezzo di indagine che allarga la sintesi e che mette a fuoco l'analisi. Certo rimane come il segno di un mestiere che non si dichiara mai in modo platealmente sicuro di sé. E quasi un fecondo aristocratico rapporto con l'autodidattismo (in tal senso traluce " un'invidia " verso un certo taglio, quasi sportivo, ed anche di sicura classe, inglese, di intendere il distacco dal quel che si potrebbe definire - parafrasando il suo dettato di pag. 245 "Qualche volta bisogna chiudere un occhio su certe cose, come é stato fatto nell'aviazione inglese: le nostre città dimostrano, purtroppo, che tutto ciò é meno pericoloso di quanto si creda" - il portare a perfezione l'intolleranza verso ogni forma non incapacitante della degenerazione). L'autodidattismo, dicevamo, produce le metafore, successive o compresenti, del guerriero, visitatore, osservatore, (soprattutto con gli impianti narrativi di struttura diaristica e con i cosiddetti scritti minori - ma ciò si rivela indubitabilmente anche in un libro così compiutamente e formalmente letterario come "Il cuore avventuroso"-) sempre interno ed esterno all'azione e sempre interno ed esterno alla sua rappresentazione. Essere nella "maggioranza di dopo" é invece un vero esilio, non solo o principalmente del già ritiratosi nella selva o dell'anarca urbano, individuato e cosmopolita, ma proprio di colui che ha attorno a se le macerie di ogni residuale "corpo di trasmissione di valori", consumatisi comunque i migliori nelle vicende della guerra e della disfatta, consumati dal nulla del nihilismo, omologatisi i più alle esigenze del mondo post-bellico ripullulante. Ma anche qui avvertiamo in modo oscuro i rapporti dell'unico jungeriano che, pur nel medium del dolore e dell'isolamento critico, intesse fondamentali e splendidi rapporti intellettuali con strutture di pensiero formidabili come quelle di Heidegger, di Schmitt, di Loose, Benn, Plard, Gadamer, Lowith, Otto, Wolf, senza contare il rapporto continuo e profondissimo con il pensiero ragionante e poetante del fratello. Paragoniamo allora fra noi, con amaro sorriso, tale solitudine compresa ma non disperante, dinamica anzi profondamente e sottilmente comunicante con quella tragica ed in tal senso realmente titanica di un Evola, altrettanto genialmente fervido e disponibilmente sollecito di ogni vero grande sperato confronto ma perlopiù relegato ad un tragico soliloquio dai contemporanei grandi assenti (italiani e stranieri), morti o vivi. (Vedi la lucida esegesi, in tale ricchissima direzione di potenzialità ed anche di contatti, di un caso "tipico" - il rapporto Evola/Eliade - trattato, varie volte e sotto varie angolature, da de Turris e da Mutti). Ovviamente non vorremmo risolvere, in tale metafora della sperequazione, l'attrito ideale misto al fascino che opera in una direzione verso l'altra, perché sarebbe un tentativo riduzionistico, ma valga tale nostra indicazione a farci comprendere la differenza degli scenari e dei contesti, aventi inevitabilmente un influsso sul quadro interiore più profondo e sul reciproco giudizio. Questa avventura comunque di Junger "attraverso" due maggioranze é di banale evidenza, ma ne marca la fortuna letteraria per un lunghissimo tempo, (un tempo forse irrecuperabile ad un altro vivente-scrittore) segnandone, nell'apparente ininfluenza sulla scrittura, un fossato incolmabile, se non dalla sua totale alterità ad ogni moda vissuta, e dal sottile disprezzo per lo spirito dei più, nutrito assieme al rispetto per la linfa segreta e corrosiva (sorta di vincetossico) del tempo (o per meglio dire dell'epoca: tutta questa incredibile epoca). Tutti i distacchi ed i distinguo infatti, che già dal '39 avevano, nella sua scrittura, (e quindi in modo del tutto autocosciente ed autonomo) operato come separatori di significato rispetto al clima, comunque parossistico e tragico, della "prima maggioranza", si confermano "fuori di lui", quasi "contro se stesso" nella vittoria prima ("Il ritorno alle forme dello stato assoluto senza una aristocrazia, intendo senza intimo distacco, crea la possibilità di catastrofi di proporzioni imprevedibili. Le si intuiscono nel sentimento di paura che getta ombra perfino sui trionfi") (3) e nella disfatta militare poi, che, qualsiasi fossero le connivenze e le compiacenze e le contiguità e le somiglianze e le collaborazioni e le ambiguità e le zone comunque d'ombra ( e furono infatti infinite e mai testimoniate organicamente), comportava comunque un rovesciamento di quella "maggioranza". Questa sua "ultima e seconda fortuna letteraria", quasi postuma in vita, con gli omaggi ufficiali per i suoi 100 anni del Presidente e del Cancelliere Federali sono quindi segno dei tempi che si rimescolano e si rovesciano (in parte) e comunque scoprono un'opera globalmente magica, anch'essa necessariamente superiore al valore letterario specifico, altissimo, ma sempre gestito con accorta sufficienza, propria al sommarsi di specificità ed equazioni valide: limpidezza classica, conoscenze allargate al mondo organico e inorganico, arditezza filosofica, sottigliezza fenomenologica: "Così - Giardini e strade - é simile ad un buon bambino: mi porta nuovi amici. In questo caso mi é riuscito di realizzare il desiderio di uno che conosce tali situazioni: -"potessi allontanare la magia dal mio sentiero-". (4) L'Arbeiter, invece, é completamente simile ad un distributore automatico: mi crea, qua e là, circoli di nemici o di sostenitori, che entrambi mi riescono inattesi. E' simile ad un figlio che assolutamente non vuole ubbidire a suo padre. Anche in questo si manifesta la sua parentela con il mondo della tecnica. Vi sono passato attraverso come nel mezzo di violente battaglie, e in questo senso il libro dà un esempio della impossibilità di staccarsi da questo mondo. Vi é, in questo, una sola strada, quella della salamandra, che attraversa le fiamme. Dobbiamo pagare lo scotto. Del resto, ho l'impressione che la mia opera, per lo meno quella già scritta, formi come un atrio, nel quale si incontrino e si compensino forze disparate, sia generazioni che partiti. Questo traspare già dalle non comuni diversità delle mie conoscenze , tra le quali qualche volta mi sembra di rappresentare la parte del direttore di un serraglio". (5) Caratteristica fondamentale della sua arte é così il caricare "autoespressione" dalla combinazione dei materiali scrittorii svolgentesi come naturali susseguenze tra banale e profetico, usuale e sfumato, indignato ed indifferente, opporsi al corso delle "cose" ed abbandonarsi ad esse, in una sorta di "flusso oggettuale". "La vite si afferra con più tenace presa con i tralci ormai legnosi dell'anno o degli anni passati, che con quelli che sono oggi verdi. Esempio assai significativo della parte rappresentata della natura dagli organi morti. Ciò che é morto collabora ancora,e non soltanto da un punto di vista storico ma attuale. La collaborazione di ciò che é morto, come in questo caso il legno, non ha mai un carattere puramente strumentale, ma in essa vibra ancora l'eco della vita. Si tratta di sostanze nelle quali la vita si conserva, come nel carbone, nell'olio, nella cera, nella calce, nella lana, nel corno, nell'avorio. Questo rapporto si rispecchia anche nella economia umana. L'uomo si nutre di cose che rapidamente si corrompono, ma gli sta sempre intorno uno strato di sostanze, nelle quali continua a vibrare l'eco della vita. Si veste di tessuti di lino; di abiti di lana, dimora in case di legno, alla luce di candele di cera o di lampade ad olio. Gli oggetti di cui ogni giorno si vale: letto, culla, tavolo, bara, carro, barca, e quelli più nobili, il violino, il pennello, la penna, il quadro ad olio: tutto questo lo avvolge come un'aura dell'elemento vitale. Da lungo tempo però é evidente in lui lo sforzo di sottrarsi a questi rivestimenti, che la vita tesse a sua protezione e che essa lascia in eredità al figlio della terra. Pericoli ancora insospettabili ne saranno le conseguenze. L'uomo si troverà dinanzi al sole, come qualcuno al quale manchi lo strato atmosferico, esposto senza difese alle irradiazioni cosmiche". (6) Od ancora: "Poi nonostante che il cielo fosse coperto, per breve tempo al Bois, nella vicinanza della Porte Dauphine. Vi ho visto giocare alcuni ragazzi dai sette ai nove anni; volti e gesti mi sono sembrati insolitamente espressivi. La personalità, qui, si sviluppa prima e si manifesta in una forma più decisa. Tuttavia si ha l'impressione che nella maggioranza dei casi, press'a poco verso i sedici anni, la loro primavera si spenga. Così i latini superano troppo presto il confine, passato il quale essi si completano, mentre per lo più i germanici non li raggiungono. Per questo il connubio ha risultati favorevoli; da due mancanze opposte si perviene a un incontro costruttivo". (7) "Flusso oggettuale" che, sperimentalmente antisperimentale (come é stato incredibilmente Heliopolis opera realmente "aperta" prima di ogni testo in progress) diviene paradossale punto di incontro e negazione tra flusso di coscienza e correlativo oggettivo, per quanto tutto ciò non si dichiari mai in Junger, lontano per vocazione e stile, dalla coinvolta introspezione autocritica di molti scrittori-facitori di critica, (...e quanti pur validi ed inquieti fra essi...), quest'ultimi prima o contro, spesso, gli stessi autentici ed ufficiali depositari della critica letteraria. Se mai quì si potrebbe provare come l'autocontrollo sul proprio linguaggio, prossimo all'entomologia verbale e ricco di quel profondo rispetto che hanno tutti gli aristocratici per l'etimo certo e ricercabile, non voglia mai coscientemente assungere ad una posa autocritica, pur essendo frequentissime le riflessioni di risguardo formale, addirittura sorprendenti (per chi non conosca il suo fraseggio mentale cristallizzatosi in pagina) in un "diario guerresco". (8) Addirittura sono illuminanti alcuni passaggi che potremmo definire quasi trattati in miniatura di sociologia letteraria (sul discorso della cinetica o della filmicità del romanzo come naturale successore dell'impressionismo in qualità di medium ben più accessibile alle grandi masse): "Io mi allontano sempre più dall'opinione che questa specie di realismo tecnico sia in fondo da preferire all'impressionismo. Pure é inevitabile che l'uno segua all'altro". (9) Od invece riflessioni più che complete sulla reazione da successo: "una critica che penetri nell'argomento non tocca la persona... Infatti non ha importanza che " io " abbia ragione..., da cui ne deriva che ... il giusto, il corretto, nel significato più alto, non deve essere dimostrabile, ma deve sempre prestarsi alla discussione..." (10) La sua capacità di nominazione é irritante, non accattivante non immediatamente simpatica, in altri sarebbe una posa da fuoriuscito in patria, da rifugiato nella selva, da forma aristocratica dell'emigrazione come la definisce Benn, ma, per la sua limpidezza di giudizio morale, per la scelta di visione compiuta, prima, durante e dopo, diviene magica: Kniébolo, Grandgoschieer, i lemuri, etc. Cosa significa parlare però dell'uomo dell'occhio, testimone prima della potenza del mondo macchinale e tecnologico (l'Operaio), poi del mondo formicaio e totalitario (Le scogliere) e poi dell'anti mondo o mondo antitetico utopistico e solare (Heliopolis) e di quello cibernetico post-nihilista. (Oltre la Linea o Su la Linea, come é meglio per Heidegger), ed ancora di quello meta e super storico in quanto bio-ciclo-geologico (del Muro del Tempo-interessante fra l'altro sarebbe intuire la reazione di Evola mentre traduceva alcuni passaggi di tono quasi gurdjieffiano- (11), od il complessivo giudizio sul mondo come "parcomacchine") ed infine del mondo che vive in superficie (crosta "sottile e profonda" assieme, o sfiorata o compromessa dall'immensa hybris dell'uomo) (il suo consumo della morte 'Il problema di Aladino), se a questo occhio non venga riconosciuto (come fu riconosciuto, avanti il tempo di riconoscimento degli altri, da Heidegger e da Schmitt) un potere specificamente profetico (od anticipativo comunque nel senso più generico), riferito all'uomo irrecuperabilmente gettato nella modernità? In tal senso anche i diari di guerra sono dei resoconti di questo passaggio atemporale nel tempo, uomini cioé non afferrati soltanto dalla condizione brutale od eccitata dello scatenamento e dell'annichilimento, dell'esaltazione e dell'umiliazione ma uomini che riflettono con mente pura. Tale mente pura si riconferma da una strategia scrittoria ove il territorio della terra di nessuno (tra il fiore e il fil di ferro) non si divide se non naturalmente, così come é ed appare. Qui verrebbe da sorridere pensando ai mille diari di guerra e di prigionia divisi tra "scenari d'apertura", "scenari di distruzione", "scenari di annichilimento", di vergogna, di scatenamento caotico". Tutto si autopenetra in uno scivolamento progressivo (12), spietatamente ondivago eppure inarrestabile. Le centinaia di passeggiate parigine, quasi idilli di sospesa penetrazione e di corpuscolare immedesimazione ed i cento raccontati sogni notturni e le infinite occasioni conviviali e mondane (ma quale posto può avere la stenografia della presieduta fucilazione del disertore fuori Parigi, se non di cupa premonizione?) (13) impercettibilmente e poi in modo vieppiù serrato, vengono ricoperte "quantitativamente"dalle quinte tragiche delle rovine, dei bombardamenti, degli echi delle soppressioni e della strage. Tale uomo riflette con un pensiero in cui non si "compia un'operazione rivolta contro il secolo precedente, il cui stile, soprattutto lo stile conoscitivo, viene piuttosto ampliato e approfondito. Con ciò, ovviamente, esso viene anche trasformato, anzi reso forse incomparabilmente più potente - del resto anche la conquista di nuove energie materiali si basa sul lavoro scientifico di nostri padri. Più che con operazioni e metodi abbiamo a che fare con la risposta di nuove forze, il che fa pensare che fin dall'inizio fossero insite nei metodi finalità diverse da quelle volute. Ora siamo nell'incommensurato. Qui la sicurezza é minore ma é maggiore la speranza di ottenere risultati. "Sentieri interrotti" é una bella espressione socratica per designare questa situazione. Essa allude al fatto che ci troviamo fuori da strade sicure dentro la ricchezza, nell'indifferenziato. Ciò comporta anche la possibilità di fallire". (14) Il distacco però non diviene un distacco dalla partecipazione profonda e commossa; dalla sofferenza. Colui che scrisse "Sul dolore" nel '34 si permette naturalmente il compatire assieme ad ogni sofferenza, con configurazioni icastiche che non si estingueranno mai dalla memoria del lettore (come il cavallo metà tranciato e metà congelato nella neve e via via divorato) (15) o la leggerezza dolente di molte serate parigine, di molti salotti sospesi tra normalità e tragedia, tra cortesia colta e diffidenza compresa e quasi partecipata, nella tipica capacità di sdoppiamento, pluriprospettica. "Proprio questa é la mia parte perennemente duplice: vedere insieme inimicizia e affinità. Eterno ostacolo a ogni mia azione, nei cui schemi vedo sempre luccicare i motivi fondamentali dell'ingiustizia, ma anche, sempre, quella parte di buon diritto che va a fondo col vinto. Così vedo le cose sempre più acutamente di quanto non giovi all'individuo, a meno che non scriva la storia retrospettivamente: pure, proprio questa dote, forse, si trasforma per me in un istinto che mi guida con sicurezza attraverso il mio tempo". (16). Ed il clima cupo che si ammorba in crescendo di infiniti lutti e pur le incredibili possibilità, fino all'ultimo, quasi retaggio di una cavalleria "intellettuale" protrattasi fino agli estremi, del parlarsi, di un dialogo ininterrotto e comunque sorprendente per le semplificazioni becere del dopo, un parlarsi anche profondo e duramente senza veli. Il linguaggio adatto a Junger, ovvero il linguaggio più comprensivo ma non meno forte, più mediato ma non meno preciso, più includente ma non dispersivo, teorizzante anche nella quotidianità o nello sfacelo, prosegue, come nelle " Tempeste ", ma é totalmente virato a rivelarsi più che a coinvolgere passionalmente, a creare domande pur senza punti interrogativi. Soprattutto per chi, non più mistico milite della grande guerra dei materiali ma pellegrino di una guerra interiore, rifletta sul fatto che"L'accusa di nichilismo é oggi tra le più diffuse, tra quelle che più volentieri vengono rivolte all'avversario. E' probabile che tutti abbiano ragione. Dovremmo perciò farci carico di questa accusa, anziché attardarci tra coloro che sono incessantemente alla ricerca di colpevoli. Chi non ha sperimentato su di sé l'enorme potenza del niente e non ne ha subito la tentazione conosce ben poco la nostra epoca. Il proprio petto: qui sta, come un tempo nella Tebaide, il centro di ogni deserto e rovina. Qui sta la caverna verso cui spingono i demoni. Qui ognuno, di qualunque condizione e rango conduce da solo e in prima persona la sua lotta, e con la sua vittoria il mondo cambia. Se egli ha la meglio, il niente si ritirerà in se stesso, abbandonando sulla riva i tesori che le sue onde avevano sommerso. Essi compenseranno i sacrifici

Anonimo ha detto...

Sai che su blogger.com/blogspot.com rimangono tutti gli IP di chi invia i commenti?
Sai che gli IP che rimangono sono due, quello pubblico, di DHL (penso sia quello di Praga) e quello privato?
Sai che se in azienda fai un ping sull'IP privato, vedi il nome del computer associato?
Sai che il nome del tuo computer c'è anche in ogni email che mandi dall'azienda?
Sai che non ci vuole certo la collaborazione di qualcuno dell'IT per fare questi controlli?

Ma soprattutto, sai che sei un bel pirla?

Anonimo ha detto...

Ping per favore potresti spegarti con parole più semplici anche per chi non ne capisce di computer? Ho capito bene che l'azienda può risalire a chi lascia commenti?

Anonimo ha detto...

No. Non l'azienda.
Ma i gestori del blog, possono vedere chi ha inviato i commenti.
E se non sono proprio inesperti di computer, possono risalire chi è l'immaturo che continua a inviare lunghissimi copia/incolla senza senso.
L'azienda non è in grado di vedere se qualcuno soltanto legge o anche invia commenti, visto che non ci sono differenze di richieste internet che si possono vedere.

Anonimo ha detto...

Scusa Ping,
e la tutela della privacy?Non conta?

Anonimo ha detto...

voloradente.
Per legge il gestore di un sito come un Blog DEVE poter dare i dati identificativi di chi ha inviato i messaggi.
Poi la polpost con gli IP può andare dal provider e chiedere chi era quell'IP in quel momento.
Visto che il provider è l'azienda, non risulta difficile fare certi controlli incrociati anche ad un semplice utente.
Cosa c'entra la Privacy?
Io dico che ci sono almeno TRE persone del secondo piano del palazzo U di Rozzano che stanno inviando messaggi.