giovedì 8 novembre 2007

GENNARO HA DENUNCIATO LA DHL ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA




Vi aggiorniamo sulla vicenda del compagno Gennaro Piccolo rappresentante sindacale della Filt Cgil Dhl di Casoria.

Il giudice ha accolto il ricorso presentato con procedura d'urgenza dal nostro compagno ed ha ordinato il suo reintegro immediato. La Dhl ha presentato un reclamo. Il giudice lo ha respinto confermando la sentenza.

I vertici aziendali continuano a fare ostruzionismo: stanno pagando lo stipendio mensile a Gennaro ma non lo hanno ancora reintegrato.

Gennaro che è una persona onesta e dignitosa vuole immediatamente rientrare in azienda. La settimana scorsa ha dato mandato all'avvocato Saverio Senese - noto penalista napoletano - di presentare una denuncia-querela alla Procura della Repubblica contro i vertici della DHL.

domenica 14 ottobre 2007

DENUNCIAMO LA DHL ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA!!!



Nonostante che sia stata condannato in due gradi di giudizio, la Dhl continua a rinviare il reintegro di Gennaro Piccolo, il rappresentante sindacale della Filt Cgil della sede di Casoria.
A questo punto ci chiediamo che ruolo voglia assumere la Filt Cgil nazionale che alcuni mesi fa durante un assemblea di delegati si impegnò ad attivare tutte le iniziative opportune per la tutela di Gennaro.
Nel frattempo, invitiamo Gennaro a valutare la possibilità di presentare alla Procura della Repubblica una denuncia-querela con procedura d'urgenza contro i vertici della DHL per chiedere il rispetto delle sentenze di reintegro.

venerdì 14 settembre 2007

LA DHL PERDE ANCHE IN APPELLO: GENNARO PICCOLO REINTEGRATO!!



Il nostro compagno Gennaro Piccolo rappresentante della Filt Cgil della sede di Casoria ha vinto anche in appello!! E' stato reintegrato, Il ricorso presentato dai vertici della Dhl è stato per la seconda volta respinto.
Gennaro - secondo il sispositivo della sentenza - dovrebbe già rientrare la prossima settimana.
Un caloroso ringraziamento al bravissimo giuslavorista napoletano Pino Marziale - punto di riferimento del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici napoletani ed alla rete di solidarietà militante che hanno sostenuto e tutelato il nostro compagno.

Solo l'audacia e la lotta pagano!!!
I compagni della Dhl di Napoli

mercoledì 29 agosto 2007

UN MANUALE DI AUTODIFESA DAL MOBBING..LO POTETE SCARICARE GRATUITAMENTE !!



Sul Mobbing e la violenza sui posti di lavoro sono stati pubblicati molti testi. Alcuni molto banali. Questo libro "Il Lavoro Perverso" - un vero e proprio manuale di autodifesa che potete tranquillamente scaricarvi scarica il testo in pdf è il prodotto collettivo di psichiatri, psicologi, medici del lavoro, giuristi che in questi anni hanno riflettuto sull’intima relazione esistente tra la sofferenza mentale e la progressiva perversificazione del lavoro nel mondo industrializzato. Le torture piacciono, e senza sangue e volgarità eccessive chiunque si interessa alle dinamiche del potere, e all’umiliazione delle vittime. "Nelle situazioni di lavoro attuali, dice Gerardo Marotta nella sua bella prefazione, le persone tendono sempre più a confrontarsi non in termini di valori e di norma, ma di differenza e di potere". Tuttavia, non si deve immaginare che una persona venga vessata perché il suo capo è cattivo. Un lavoratore viene aggredito perché uno o più dirigenti, selezionati in base alla loro ferocia e capacità di sopravvivenza, decidono che sia indispensabile, utile o divertente perseguitare una vittima designata, in un mondo che pensa sostanzialmente che una tale situazione sia fisiologica, necessaria o inevitabile. La sofferenza prodotta spazia, contrariamente a quello che si crede, dalla melancolia al delirio, con una intensità non rivelata dal chiacchiericcio pettegolo spesso associato al dibattito sul mobbing .


ULTIME NOTIZIE SUL MOBBING (AGGIORNATE ALLE ORE 22:54 DEL 29 AGOSTO 07)
  • AGENZIA ANSA- ROMA, 29 AGO - ''In commissione Giustizia alla Camera e' gia' calendarizzata per settembre una proposta di legge per una normativa sia contro il mobbing che contro lo stalking''. Lo afferma la capogruppo dei Verdi nella medesima commissione Paola Balducci. ''Ci impegneremo - ha assicurato - affinche' possa essere impressa una ulteriore accelerazione. Colmare al piu' presto la grave lacuna normativa esistente in questo campo e' interesse di tutti''.

  • Agenzia Ansa, 29 Agosto 2007 ''Dopo la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro adesso bisogna pensarne una che riguarda il mobbing'' ha dichiarato Augusto Rocchi, capogruppo Prc-Se in commissione Lavoro alla Camera. Un'ipotesi a cui non ha chiuso la porta il ministro Damiano: "E' un problema che non abbiamo ancora affrontato - ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se era possibile una legge . Io non escludo niente''. Non si parte dal nulla : la Commissione Giustizia della Camera esaminera' a settembre una proposta di legge sul mobbing, ha ricordato Paola Balducci (Verdi), assicurando l'impegno per un' ''accelerazione''. A invocare una legge sono anche gli addetti ai lavori: ''L' Italia e' l'unico Paese europeo che non ha una legge sul mobbing e che dunque non lo prevede come reato - ha denunciato Fabio Massimo Gallo, presidente della prima sezione lavoro del tribunale di Roma -. Eppure, c'‚ una delibera del Consiglio d'Europa del 2000 che vincola tutti i Paesi a dotarsi di una normativa antimobbing".

  • Roma, 29 ago. - (Adnkronos) - "Inutile prendersela con la Cassazione. Se si vuole considerare il mobbing come un reato, bisogna fare una legge che lo preveda". E' quanto dichiara il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. "Anche se personalmente -prosegue Di Pietro- preferirei piuttosto che intasare ulteriormente i tribunali italiani su questa materia, prevedere come sanzione, per coloro che esercitano il mobbing nei confronti dei propri collaboratori e dipendenti, il risarcimento dei danni a loro carico con procedure giudiziarie e civili semplificate ed esemplari". "Prevedendo -conclude Di Pietro- anche il licenziamento, per giusta causa, di quei dirigenti che non mettono i propri sottoposti in condizione di lavorare".

NUOVE NORME SULLA SICUREZZA ANTINFORTUNISTICA E CONTRO IL LAVORO NERO


La Camera dei deputati ha approvato il Disegno di Legge in tema di salute e sicurezza sul lavoro ed ora si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Entro nove mesi il Governo dovrà quindi emanare il Testo Unico ma per alcuni adempimenti l'applicazione è immediata.

Ricordiamo l'obbligo dal 1 settembre 2007 del tesserino di riconoscimento per tutte le attività che effettuano lavori in appalto o subappalto.

A partire quindi dal 1 settembre, il personale di una ditta che svolge un'attività in appalto o subappalto e tutti i collaboratori autonomi sono obbligati ad esporre un tesserino di riconoscimento corredato di fotografia che riporti le generalità del singolo lavoratore e il nome del datore di lavoro.

Unica eccezione fanno le ditte con meno di 10 dipendenti, a cui basta annotare le generalità di tutti i lavoratori giornalmente impiegati su un apposito registro, vidimato dalla Direzione provinciale del lavoro territorialmente competente e custodito sul luogo di lavoro.

Per il datore di lavoro, che viola le norme relative al tesserino di riconoscimento o al registro, è prevista una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro per ciascun lavoratore. Per il dipendente munito della tessera di riconoscimento, che non provvede ad esporla, è prevista una sanzione amministrativa da 50 a 300 euro.

Ci sono anche modifiche al codice degli appalti pubblici: gli Enti sono tenuti a valutare nella predisposizione delle gare e nelle offerte che i valori economici siano adeguati e sufficienti rispetto al costo del lavoro ed ai costi della sicurezza che debbono essere specificatamente indicati. Il costo relativo alla sicurezza non può essere comunque soggetto a ribasso di asta.

Tra gli obiettivi del Disegno di legge c'è quello di contrastare il lavoro irregolare. Il personale ispettivo del Ministero del lavoro e dell'Inps, anche su segnalazione delle amministrazioni pubbliche può adottare provvedimenti di sospensione di un'attività imprenditoriale, qualora riscontri l'impiego di personale non risultante dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria, in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori regolarmente occupati, ovvero in caso di reiterate violazioni della disciplina in materia di superamento dei tempi di lavoro, di riposo giornaliero e settimanale.

Viene infine prevista una specifica sanzione pecuniaria per omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro, nonché sanzioni da tre mesi ad un anno nel caso di condanna.

sabato 28 luglio 2007

SENTENZA CASSAZIONE SUL MOBBING:IL DATORE DI LAVORE DEVE VIGILARE PER IMPEDIRLO.




La Cassazione, sezione lavoro. con sentenza del 20 luglio 2007, n. 16148, ha stabilito che il datore di lavoro è responsabile per il mobbing che i colleghi effettuano sul dipendente se non ha vigilato e non ha fatto nulla per far cessare i soprusi.Per quanto attiene al risarcimento la prescrizione decorre da quando si è manifestato il danno e non dal giorno in cui sono iniziate le vessazioni.Fatto e dirittoUn dipendente aveva convenuto in giudizio avanti al Tribunale l’azienda, chiedendone la condanna al risarcimento dei danni per inadempimento contrattuale e violazione dell'art. 2087 CC. Infatti il datore di lavoro, benché costantemente informato, aveva omesso di adottare gli opportuni provvedimenti per tutelare lo stesso e la moglie dalle continue aggressioni e minacce degli altri dipendenti che per ben 17 anni aveva subito.Per tali fatti delittuosi era stato iniziato un procedimento penale a carico di quattro dipendenti per i reati di furto, ingiurie, minacce e lesioni personali, che era stato concluso con sentenza istruttoria di improcedibilità per amnistia. Il dipendente mobbizzato aveva, quindi, lamentato che il datore di lavoro, benché a conoscenza dei fatti suddetti, non aveva accolto le sue domande di trasferimento sostenendo che, in conseguenza del comportamento negligente dell'azienda e per effetto delle continue aggressioni e minacce, egli stesso aveva subito dapprima una grave debilitazione psico fisica, seguita poi da un infarto, mentre la moglie era deceduta.L’azienda si era costituita ed eccepiva in via preliminare la prescrizione del diritto azionato dal dipendente. Nel merito chiedeva il rigetto della domanda. Il Tribunale rigettava la domanda per intervenuta prescrizione decennale. In primo e secondo grado la domanda era stata respinta perché i giudici di merito avevano stabilito che il diritto era caduto in prescrizione.Le motivazioni della CassazioneLa Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del dipendente sia per la debilitazione psico-fisica, seguita poi da un infarto, ritenendo responsabile il datore di lavoro che non aveva preso alcun provvedimento per tutelarlo. La Corte, inoltre, ha stabilito che il periodo entro il quale può essere proposta l’azione decorre dal giorno in cui si è manifestato il danno e non dal primo atto vessatorio.Infatti, secondo la Cassazione, la Corte d’appello non doveva ritenere prescritto il diritto in quanto non è legittimo far decorrere tale prescrizione «dal fatto illecito lesivo anziché dal manifestarsi all’esterno della produzione del danno. Ne consegue che il termine di prescrizione, sia per responsabilità contrattuale che per responsabilità extracontrattuale, abbia decorrenza non dal momento in cui il fatto del terzo viene a ledere l’altrui diritto, bensì dal momento in cui la produzione del danno si manifesta all’esterno divenendo oggettivamente percepibile e riconoscibile».Suprema Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 luglio 2007, n. 16148 Scarica il documento completo in formato .Pdf

mercoledì 11 luglio 2007

IL COMPAGNO GENNARO PICCOLO SARA' REINTEGRATO!!IL GIUDICE GLI HA DATO RAGIONE!!



Il compagno Gennaro Piccolo rappresentante sindacale della Dhl di Napoli sarà immediatamente reintegrato. Il ricorso d'urgenza presentato ai sensi dell'articolo 700 del codice di procedura civile è stato accolto dalla magistratura del lavoro.
Gennaro è stato difeso dall'avvocato Pino Marziale, un giurista napoletano punto di riferimento dei movimenti dei lavoratori napoletani.
Nei prossimi giorni pubblicheremo ampi stralci della sentenza.
La vittoria di Gennaro è un segnale positivo per tutti.
La lotta, la tenacia e la determinazione pagano sempre.
Sconfitta l'arroganza e la violenza padronale della Dhl.
Anche il sindacato deve seriamente riflettere...
Riflettere, perchè non ha mosso un dito in favore di un suo rappresentante sindacale aziendale.
Diffuse solo un documento esprimendo una solidarietà formale.
La nascita del blog è avvenuta proprio per opporsi al licenziamento di Gennaro e denunciare le vessazioni e le violenze sui posti di lavoro che si commettono ogni giorno in Dhl.
La nostra opposizione continua....


mercoledì 27 giugno 2007

LA DHL EVADE....DENUNCIAMOLA!!



La Dhl evade. Non ha versato i contributi previdenziali negli ultimi anni. Per lo stesso motivo è stata condannata dal Tribunale di Nola grazie alle iniziative dello Slai Cobas.
Sono balle le notizie diffuse ad arte dall'ufficio del personale e dai sindacati su presunti problemi tecnici/telematici!
Decine di lavoratori e di lavoratrici hanno contattato il nostro indirizzo mail.
Abbiamo consigliato loro di inviare una nota alle sedi zonali Inps denunciando le irregolarità.
Le denunce vanno presentate subito. C'è il fondato rischio che tutto vada in prescrizione.

sabato 16 giugno 2007

LA DHL UTILIZZA LAVORATORI INTERINALI ALL'ALFA DI POMIGLIANO D'ARCO....



La Dhl opera all'interno della Fiat di Pomigliano. Utilizza lavoratori interinali e viola sistematicamente le norme sulla sicurezza antinfortunistica. Grazie allo Slai Cobas è' stata recentementente condannata dal Tribunale di Nola per omesso versamento dei contributi previdenziali(vedi i post precedenti).
Ecco i fatti:
  • La Dhl Automotive è una società da poco costituita il cui capitale sociale è interamente detenuto da Dhl Exl Supply Chian(Italy) S.p.A a sua volta controllata da Deutsche Post attraverso Dp Beteiligungen Holding GMBH e Dhl Holding srl(Italy).
  • A Dicembre 2006 ha comunicato l'acquisizione del ramo d'azienda con cui la società Tnt Arvil ha finora prestato alla Fiat Auto di Pomigliano D'Arco i servizi logistici.
  • La Dhl Automotive presterà alla Fiat Auto con un contratto triennale, gli stessi servizi logistici finora prestati dalla Tnt Arvil tramite cessione del ramo d'azienda.

Ci domandiamo. Ma i sindacati aziendali e territoriali sono stati informati - così come prevede la legge - dell'acquisizione del ramo aziendale?

I lavoratori interinali Dhl Automotive si sono organizzati con lo Slai Cobas, hanno scioperato ed hanno presentato ricorsi al Tribunale di Nola per omesso versamenti dei contributi previdenziali. La prima sentenza già è stata emessa.

Inoltre si violano le norme sulla sicurezza antinfortunistica. I carrelli e tradotte non sono a norma, si distaccano le ruote, mancano i limitatori di velocità in violazione di precise disposizioni della Procura che tempo fa, su richiesta dello Slai Cobas, pose sotto sequestro giudiziario 70 carrelli.

Mancano i dispositivi elettrici di segnalazione e frenanti, nonché di sicurezza, ecc. La scorsa settimana, durante lo sciopero, un responsabile della DHL ha imposto ad un giovane interinale di lavorare nonostante il carrello fosse visibilmente non a norma: questi accadimenti vergognosi devono finire una volta per sempre!

Dopo lo sciopero l’azienda si è impegnata a togliere dal reparto i carrelli CESAB (non a norma) ed a risolvere in tempi strettissimi le inerenti problematiche per gli altri.

Lo Slai Cobas ha richiesto un incontro proficuo ed immediato con l’azienda per definire in tempi stretti e certi l’eliminazione e sostituzione di tutti i carrelli, le tradotte ed i pianali non a norma, la idonea ristrutturazione delle fatiscenti e pericolose aree di deposito materiali e moli di carico e scarico dell’intero stabilimento.

In mancanza si vedrà costretto a richiedere sequestri giudiziari ‘a tratti’, mezzo per mezzo, reparto per reparto, impianto per impianto, e ciò per non aiutare l’azienda nella preoccupante deriva di affossamento produttivo dello stabilimento di Pomigliano e nello stesso tempo tutelare la vita e l’incolumità di tutti i lavoratori di Fiat e terziarizzate.

E' opportuno, inoltre, che tutti i lavoratori Dhl controllino la propria posizione contributiva presso le Inps di competenza!!





giovedì 14 giugno 2007

FIAT, DHL, CONTRIBUTI PENSIONISTICI NON VERSATI, CONDANNE DEL TRIBUANALE..




Invitiamo tutti i lavoratori a recarsi alle sedi Inps di competenza per controllare le posizioni retributive e contributive. Sembra che non siano stati versati i contributi previdenziali relativi agli anni 2004, 2005, 2006.

La condanna della Dhl da parte del Tribunale di Nola, la cessione del ramo aziendale, la lotta degli interinali presenti in Fiat sono tutti contenuti in un comunicato diffuso dal sito dello Slai Cobas cliccate http://www.slaicobas.it/view_fodarticle.php?id=439&lang=en

mercoledì 13 giugno 2007

LA DHL NON VERSA I CONTRIBUTI PENSIONISTICI. CONDANNATA!!!




Una sentenza del tribunale di Nola presentata dallo Slai Cobas per un lavoratore della D.H.L ha accertato l’omissione del versamento dei contributi pensionistici (mancano 13 settimane nel 2004, 15 settimane nel 2005, 15 settimane nel 2006) e condannato l’azienda (TNT) all’immediata copertura contributiva. Lo Slai Cobas, ha già formalmente richiesto fin dal 17 aprile alla DHL (in relazione agli obblighi aziendali derivanti dall’acquisizione del ramo d’azienda) la regolarizzazione delle scoperture contributive che riguardano la maggioranza dei lavoratori.
Una sentenza del tribunale di Nola presentata dallo Slai Cobas per un lavoratore della D.H.L ha accertato l’omissione del versamento dei contributi pensionistici (mancano 13 settimane nel 2004, 15 settimane nel 2005, 15 settimane nel 2006) e condannato l’azienda (TNT) all’immediata copertura contributiva. Lo Slai Cobas, ha già formalmente richiesto fin dal 17 aprile alla DHL (in relazione agli obblighi aziendali derivanti dall’acquisizione del ramo d’azienda) la regolarizzazione delle scoperture contributive che riguardano la maggioranza dei lavoratori. Invita i lavoratori a controllare in tempi rapidi le posizioni retributive presso gli sportelli INPS territoriali. Nel richiedere un’immediata riunione con la DHL preannuncia, in caso di mancata e tempestiva risoluzione del problema, ogni idonea iniziativa di mobilitazione sindacale e tutela legale dei diritti dei lavoratori nonché azioni di accertamento e repressione di eventuali ipotesi di reato.


IERI 2 ORE DI SCIOPERO DEI LAVORATORI DHL CONTRO
LA REPRESSIONE E LE VIOLAZIONI ANTINFORTUNISTICHE

Lettere di contestazione e strumentali minacce ai lavoratori stanno diventando un inaccettabile fenomeno diffuso non solo in Fiat ma anche nelle terziarizzate a dimostrazione della pochezza di capacità di gestione aziendale: bene hanno fatto ieri i lavoratori della DHL a fermarsi per 2 ore al secondo turno! I carrelli e tradotte non sono a norma, si distaccano le ruote, mancano i limitatori di velocità in violazione di precise disposizioni della Procura che tempo fa, su richiesta dello Slai Cobas, pose sotto sequestro giudiziario 70 carrelli. Mancano i dispositivi elettrici di segnalazione e frenanti, nonché di sicurezza, ecc. Ieri, durante lo sciopero, un responsabile della DHL ha imposto ad un giovane interinale di lavorare nonostante il carrello fosse visibilmente non a norma: questi accadimenti vergognosi devono finire una volta per sempre! Dopo lo sciopero l’azienda si è impegnata a togliere dal reparto i carrelli CESAB (non a norma) ed a risolvere in tempi strettissimi le inerenti problematiche per gli altri. Lo Slai Cobas richiede un incontro proficuo ed immediato con l’azienda per definire in tempi stretti e certi l’eliminazione e sostituzione di tutti i carrelli, le tradotte ed i pianali non a norma, la idonea ristrutturazione delle fatiscenti e pericolose aree di deposito materiali e moli di carico e scarico dell’intero stabilimento. In mancanza si vedrà costretto a richiedere sequestri giudiziari ‘a tratti’, mezzo per mezzo, reparto per reparto, impianto per impianto, e ciò per non aiutare l’azienda nella preoccupante deriva di affossamento produttivo dello stabilimento di Pomigliano e nello stesso tempo tutelare la vita e l’incolumità di tutti i lavoratori di Fiat e terziarizzate.

domenica 10 giugno 2007

UNA ESEMPLEARE CONDANNA PER MOBBING...




Una condanna per mobbing è stata inflitta dal giudice monocratico di Bagheria, Mauro Terranova, al direttore della Fondazione Centro Assistenza Sociale Onlus, Giacomo Balata. Il giudice ha condannato il responsabile della struttura ad una multa di duemila euro. L´uomo, che era accusato di lesioni personali, secondo la sentenza avrebbe sottoposto a una serie di vessazioni sul lavoro (minacce di licenziamento, procedimenti disciplinari) un suo dipendente, Pietro G. L´uomo si ammalò di crisi d´ansia e di depressione e denunciò il suo superiore. Una perizia ha stabilito che la malattia potrebbe essere collegata ai problemi lavorativi incontrati da Pietro G., che si è costituito parte civile con l´assistenza dell´avvocato Fabrizio Biondo. In suo favore il giudice ha liquidato una provvisionale di 30 mila euro. Balata ha preannunciato la presentazione dell´appello.

giovedì 7 giugno 2007

BEPPE GRILLO VI SPIEGA PERCHE' NON DOVETE REGALATE IL TFR AI FONDI PRIVATI.




A proposito di Tfr e fondi pensionistici privati pubblichiamo un interessante articolo scritto da Beppe Grillo sul suo blog www.beppegrillo.it Decidete subito entro il 30 Giugno. Non trasferite il vostro TFR ai fondi privati! Compilate i moduli consegnateli all'azienda e fatevi rilasciare una copia firmata


Il Piave mormorò: “Non passa il fondo pensione. Difendi il tuo TFR”.
Se lavori nel settore privato ed entro fine giugno non dici nulla, il tuo TFR finirà nel risparmio gestito.
Un’avventura da far tremare i polsi. Da vent’anni i fondi comuni fanno perdere soldi. E i fondi pensione sono pronti a ripetere gli stessi disastri.
Il silenzio assenso è una trappola. Cambiano le carte in tavola senza chiedere nulla.
E’ il gioco delle tre tavolette con i soldi di una vita.Non è vero che costruiscono una pensione integrativa: danno il TFR in pasto all’industria del risparmio gestito.
Il TFR esiste dal 1982. Ha funzionato bene per 25 anni.
E’ pericoloso giocarsi la pensione alla roulette. Puntare sulle borse.
Se uno è fortunato ci guadagna, ma se gli va male perde un pezzo di liquidazione.
Se un consulente finanziario concupisce il TFR, il vostro tesoretto, chiedetegli di ribadire a questi punti:- nessun fondo pensione protegge dall’inflazione come il TFR, i vantaggi fiscali della previdenza integrativa sono divorati dai costi- negli anni di vacche magre va in fumo gran parte della liquidazione- se aderite alla previdenza integrativa vi legate le mani fino all’età della pensione- il TFR è sicuro anche se l’azienda fallisce perché è garantito dall’Inps- se siete licenziati lo incassate subito, il fondo pensione invece no.
La riforma del TFR è un esempio perfetto di legge bipartisan: Berlusconi l’ha creata e Prodi non ha cambiato una virgola.
C’è un libro che spiega come difendersi: è “La pensione tradita” di Beppe Scienza.La lezione del libro è straordinaria: state fermi, rimanete dove siete, ogni piccolo movimento può essere usato contro di voi. Almeno non fateli godere

martedì 5 giugno 2007

TFR NEI FONDI? NO, GRAZIE.




E’ confermato quello che sosteniamo da tempo: i fondi pensione sono funzionali allo smantellamento della previdenza pubblica.

E’ una manovra che possiamo far fallire.

Nelle considerazioni finali, il Governatore della Banca d’Italia non si è limitato a sollecitare l’aumento dell’età pensionabile e la riduzione dei coefficienti di calcolo.

Ha lanciato anche una proposta: «Compatibilmente con l'equilibrio dei conti pubblici, si può anche valutare lo spostamento verso la previdenza complementare, su base volontaria, di una quota limitata della contribuzione destinata alla previdenza pubblica, che è pari a 33 punti percentuali del salario, il valore - sottolinea Draghi- di gran lunga più alto tra i maggiori paesi europei».

Come volevasi dimostrare: vogliono tagliare la pensione pubblica per sostenere quella privata e tutti quelli che con essa speculano e guadagnano.

Le proposte di Draghi, esperto di privatizzazioni, spiegano ancora meglio l’importanza di far fallire il piano di trasferimento del tfr ai fondi; infatti se questa operazione avesse successo, sarebbe più difficile rivendicare il rilancio della previdenza pubblica, ma sarebbe l’apripista di ulteriori stravolgimenti, questa volta anche a discapito dei pensionati in essere.

E’ urgente ed importante che i lavoratori di tutte aziende piccole e grandi comunichino entro il 30/6/2007 alla ditta dove lavorano la decisione di voler mantenere il tfr in azienda; se si tace lo portano via per sempre, con somma gioia degli speculatori di ogni risma.

mercoledì 30 maggio 2007

L'INPS INFORMA.....





Informiamo tutti i compagni e le compagne della DHL sulle importanti novità per quanto concerne la fruizione di permessi per l'assistenza di un figlio con grave handicap


Circolare Inps n° 90 del 23 maggio 2007 sulla fruizione dei permessi

Con la circolare n° 90 del 23 maggio 2007 l’Inps ha modificato alcune importanti disposizioni della Legge 104/92, art. 33 comma 2 e 3, relative alla fruizione di permessi pari a 2 ore di riposo giornaliero retribuito, in alternativa al prolungamento del congedo parentale, per i lavoratori che hanno necessità di fare fronte all’assistenza di un figlio fino al compimento del 3° anno d’età con grave handicap, oppure della fruizione di 3 giorni di permesso retribuito mensile sia per i lavoratori che hanno un figlio minorenne con un handicap grave oppure sia per i lavoratori che assistono una persona, parente entro il 3° grado, sempre con un grave handicap.
Le modifiche sono state introdotte dopo diverse sentenze della Corte di Cassazione e produrranno un evidente allargamento dei beneficiari delle agevolazioni disposte dall’art. 33 della Legge 104, con un sicuro e notevole beneficio sia alle persone disabili che alle loro famiglie eliminando ostacoli e divieti impropri alla possibilità per il lavoratore di fruire dei permessi.
È opportuno che questa comunicazione sia trasferita alle Rsu per permettere ai tanti lavoratori che hanno queste necessità di poter accedere a questi ulteriori diritti e tutele.


domenica 20 maggio 2007

MOBBING, ANCHE LE REGISTRAZIONI SONO PROVE!!




Mobbing in ufficio? D'ora in poi il datore di lavoro che sottopone a molestie anche psicologiche il dipendente potra' essere incastrato anche grazie alle registrazioni. Queste, infatti, sancisce la Cassazione, possono legittimamente essere ammesse come fonte di prova in una causa di lavoro.
In questo modo la sezione Lavoro della Suprema Corte (sentenza 10430) ha respinto il ricorso di un'azienda fiorentina presso la quale aveva lavorato Angela D.N., un' impiegata che aveva rassegnato le dimissioni "a causa delle ingiurie e molestie ricevute in ufficio e oggetto di denuncia penale", e che, proprio per questo, chiedeva il risarcimento del danno da mancato guadagno.
Secondo l'azienda, le registrazioni non dovevano essere ammesse come fonte di prova visto che parte della giurisprudenza le ha escluse. Ma ora la Suprema Corte, allineandosi al giudizio della Corte d'Appello di Firenze, ha messo in chiaro che al giudice, in caso di controversie di lavoro, non puo' essere preclusa "la ricostruzione del contenuto della registrazione" se questa contiene "elementi gravi, precisi e concordanti".
Nel dettaglio, la dipendente aveva chiesto un risarcimento pari a circa 13mila euro per essere stata costretta a dimettersi a causa della invivibilita' sul posto di lavoro e la Corte d'Appello di Firenze, utilizzando come fonte di prova la "cassetta audiofonica" che rivelava tra l'altro "il clima di particolare ostilita'" nei confronti della dipendente in reazione alla ''richiesta di ferie'', riconobbe ad Angela D.N. un risarcimento pari a 8367 euro.
Inutilmente il datore di lavoro ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che non era legittimo avere ammesso la trascrizione della registrazione. La sezione Lavoro ha respinto il ricorso sottolineando che "le statuizioni del giudice di Appello sono condivisibili e non in contrasto con l'art. 2712 del c.c. giacche' la contestazione della societa' ha riguardato le risultanze della registrazione valutate dallo stesso giudice in base ad elementi presuntivi quali il clima di particolare ostilita'" del datore di lavoro "in reazione alla richiesta di ferie della dipendente e alla minaccia di denuncia penale ai carabinieri per contestati ammanchi di cassa ove l'impiegata avesse presentato la lettera di dimissioni". Dunque il giudice di merito, nell'ammettere la registrazione tra le prove contro l'azienda, conclude Piazza Cavour, ha compiuto un "accertamento adeguatamente motivato".

domenica 13 maggio 2007

MARTEDI' 15 MAGGIO TUTTI AL TRIBUNALE DI NAPOLI PER IL NOSTRO COMPAGNO GENNARO PICCOLO!!





Martedì 15 Maggio pv alle ore 10,00 presso il Tribunale di Napoli - Centro Direzionale - Palazzo Cenni è stata fissata l'udienza sul licenziamento di Gennaro Piccolo rappresentante sindacale Filt Cgil della sede di Napoli Dhl.
Tutti i compagni e le compagne della sede di Napoli sono invitati a partecipare ed essere presenti!!

lunedì 7 maggio 2007

E TEMPO DI CAMBIARE. COSTRUIAMO UN NUOVO SINDACATO IN DHL



“L’operaio capi’ che l’inferno e’ sulla terra e il paradiso sono quelle ali che ti fanno volare sopra le miserie.
Dall’ultimo piano, il decimo piano, guardo’ il cielo, fece per toccare una nuvola con un dito e precipito’ nel vuoto.
Le chiamano morti bianche come avvenissero senza sangue.
Sono morti inopportune che spesso avvengono quando l’informazione e’ gia’ impegnata in altri eventi.
Sono cadaveri con vite banali, sono numeri decimali che non incidono sul bilancio.
Sono cani che hanno abbaiato nel qualunquismo per mestiere, sono un nome nell’anagrafe che si cancella come un’impronta nel deserto in pieno vento, sono i ricordi sbiaditi del giorno dopo.”
(Michael Santhers)

In Dhl continuano soprusi e sfruttamento. Si continua ad attuare sistematicamente una perversa organizzazione del lavoro basata sulla violenza psicologica. Nell'indifferenza del sindacato che ormai è interessato ai fondi pensionistici o a trasformarsi in gestore dei collocamenti privati. E' tempo di cambiare. E' tempo del sindacalismo di base. E' tempo di aria nuova. E' tempo di SDL trasporti www.sult.it e Cobas www.sincobas.org . Contattando le sedi nazionali sarete informati della sede provinciale più vicina..

mercoledì 2 maggio 2007

"OGNUNO DI NOI DA SOLO NON VALE NIENTE"....





se un giorno dovrete leggere questa lettera, è perché non sarò più tra voi.
Quasi non vi ricorderete di me e i più piccolini non mi ricorderanno affatto.
Vostro padre è stato un uomo che agisce come pensa ed è certamente stato fedele alle sue convinzioni.
Crescete come buoni rivoluzionari.
Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordatevi che l'importante è la rivoluzione e che ognuno di noi, da solo, non vale niente. Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo:
è la qualità più bella di un rivoluzionario.
Arrivederci, bambini miei, spero di rivedervi ancora.
Un grande bacio e abbraccio da papà.

sabato 28 aprile 2007

VIVA IL PRIMO MAGGIO!!!


Nutri la speranza come la rosa
Cerca persone pie per innaffiarla
Addomestica il dolore
che e’ stato compreso
Usa “attorno” e insieme”
come navigatori costanti
Trai da te la forza della tua forza
La luce della tua luce
Come dallo sporco il pulito
dal caos l’ordine
dalla nemesi la rinascita
dalla malattia la salute
La scelta e’ sempre Due:
in basso o verso l’alto
Da soli o con tanti
(ma basta uno)
Non ti vivere mai come un vinto
La battaglia, ogni
battaglia
deve sempre incominciare
e quando la corolla delle mani
sara’ abbastanza salda
applica la regola eterna
di attingere forza all’infinito.
VIVA IL PRIMO MAGGIO!!

venerdì 27 aprile 2007

I LICENZIAMENTI PER MOTIVI DISCIPLINARI....



In Dhl i licenziamenti per motivi disciplinari sono stati utilizzati come forma di vessazione e di condizionamento psicologico. Spesso è stato lo strumento, la clava utilizzata dai soliti noti dell'Ufficio Gestione Risorse Umane per attuare ristrutturazioni e licenziamenti. Riteniamo fornirvi alcune informazioni e Pareri - LICENZIAMENTO DISCIPLINARE (clicca).

venerdì 20 aprile 2007

GLI ACCORDI CHE LEGITTIMANO PRECARIETA' E FLESSIBILITA' SELVAGGIA....




Leggete con attenzione quest' accordo Trasporto Merci - DHL: (clicca) sottoscritto dai sindacati nazionali e dai rappresentanti sindacali aziendali.

Sono questi accordi che autorizzano l'azienda ad attuare discriminazioni e flessibilità selvaggia.

Sono questi accordi che legittimano la precarietà, le vessazioni ed il mobbing.

Questi accordi si possono mettere in discussione. Cambiando radicalmente il modo di fare sindacato e dando spazio al sindacalismo di base(Cobas e Cub).

Per concludere informiamo i lavoratori che abbiamo quasi completato il "dossier Dhl". Provvederemo ad inviarlo tra qualche settimana ai vertici istituzionali ed alla magistratura.

lunedì 16 aprile 2007

IL DIRITTO DI VIVERE.



Altri morti sul lavoro. Altre vittime dello sfruttamento padronale. Pubblichiamo l'articolo di Gabriele Polo pubblicato sul quotidiano "Il Manifesto"

Brutta parola martiri. Brutta in generale, ancor più brutta per definire i morti sul lavoro. Che non si immolano per nessuna causa, che sono vittime di omicidi da evitare con azioni concrete. Ma per mettere in atto queste ultime bisogna avere una diversa considerazione del lavoro rispetto a quella imperante, che - detta in soldoni - lo riduce a merce disponibile, così declassificando le persone al lavoro a oggetti subordinati. Che questa concezione sia ancora prevalente lo si vede persino nel disegno di legge sulla sicurezza sul lavoro varata ieri dal consiglio dei ministri: pieno di buone intenzioni ma anche di omissioni che rischiano di renderlo inefficace.Ieri sono morti quattro lavoratori: siamo nella media giornaliera, ma non è detto che sia così, perché spesso alcune morti sfuggono al macrabo censimento quotidiano dei media. Un portuale è stato schiacciato da una balla di cellulosa a Genova, un edile è finito sotto una ruspa in un cantiere del milanese, un altro è caduto da un'impalcatura a Latina, un operaio marocchino è esploso a Brescia insieme al bidone che stava saldando. Oggi troveremo queste notizie in bella evidenza sui giornali, ma solo perché i portuali genovesi hanno ancora un po' di potere contrattuale e hanno subito scioperato, per la coincidenza di queste quattro morti con il varo del disegno di legge governativo sulla sicurezza e per le parole di Prodi. Non è una grande consolazione.Resta il problema delle priorità, della subordinazione di milioni di vite ai bisogni delle imprese. Le quali hanno fondato gran parte dei loro profitti di questi anni e la propria competitività sull'intensificazione dei ritmi che porta con sé una maggiore insicurezza: normativa, che si traduce in prestazioni «usa e getta»; fisica che diventa rischio quotidiano d'infortunio. La politica (ma anche la cultura) sembra incapace di rovesciare quest'ordine dei fattori. E anche quando si pone il problema di un riequilibrio - almeno parziale - della distribuzione della ricchezza, come ha annunciato ieri Prodi a proposito del «tesoretto», non riesce a ridare al lavoro e alla sua condizione la pesante centralità che ha nella vita quotidiana di donne e uomini. Non aiuta i lavoratori a superare la condizione di «oggetti». Vale per gli infortuni, per la precarietà, per i diritti. E' un aspetto della crisi della rappresentanza.Ribaltare una logica affermatasi in più di un ventennio non è semplice. Eppure qualcosa in quella direzione si potrebbe fare da subito. E, allora, diamo un consiglio a Romano Prodi: lasci perdere l'elegia dei martiri e visto che ha a disposizione un «tesoretto» inaspettato grazie a entrate fiscali superiori al previsto, ne usi una parte per combattere le morti di lavoro, per aumentare le ispezioni o per aiutare l'azione di prevenzione dei delegati alla sicurezza. Magari togliendo un pochino alle imprese, costringendole a usare i finanziamenti pubblici in arrivo per rendere la salute e la vita diritti davvero inviolabili.

(Gabriele Polo)

mercoledì 11 aprile 2007

TELEFONO, IL LICENZIAMENTO CORRE SUL FILO...




Dove finisce l’uso e dove comincia l’abuso del telefono aziendale? Si può usare il telefono per motivi personali e, se lo si può usare, con quale frequenza? E dall’altro versante quali sono i limiti del controllo sull'uso del telefono aziendale? Costituisce condotta illegittima l'utilizzo di apposite apparecchiature di controllo a distanza finalizzate a verificare se il lavoratore abusi del telefono aziendale? Una serie di interrogativi ai quali spesso non si sa dare una risposta certa.Si registra, da tempo, una tendenza giurisprudenziale tesa ad ampliare il potere del datore di lavoro di licenziare il dipendente che abusi del telefono aziendale. Ovviamente, la legittimità del provvedimento espulsivo adottato dovrà essere valutata caso per caso, avendo a mente: “la frequenza delle telefonate effettuate dal lavoratore “e il limite oltre il quale il datore di lavoro potrà ravvisare nel comportamento del dipendente gli estremi di un inadempimento tale da giustificare un recesso per giustificato motivo soggettivo.
Non può, peraltro, revocarsi in dubbio che l'indagine svolta dall'imprenditore e diretta ad accertare la condotta del dipendente ravvisi, di fatto, un'attività di controllo sui lavoratori, soggetta, ove esercitata attraverso l'uso di impianti di videosorveglianza, ai divieti cristallizzati nello Statuto dei lavoratori e nella legislazione in materia di privacy. Com'è noto, infatti, “l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori” è espressamente vietato dal comma 1 dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, salvo che tale utilizzo non sia richiesto “da esigenze organizzative e produttive, ovvero dalla sicurezza del lavoro”. In questo caso, gli impianti e le apparecchiature di controllo potranno essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna.
La nozione di “altre apparecchiature” è stata ritenuta una categoria aperta all'interpretazione giurisprudenziale, nella quale sono annoverati tutti quegli strumenti idonei, anche solo in potenza, ad esercitare un controllo sui lavoratori, compresi gli strumenti di controllo dell'uso del telefono aziendale da parte dei dipendenti.
La tendenza La giurisprudenza formatasi negli anni '80 ha ravvisato nel controllo datoriale sulle telefonate dei lavoratori una fattispecie integrante gli estremi della violazione dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, e non anche dell'articolo 8 della stessa legge che vieta le indagini sulle opinioni, con ciò determinando un superamento del precedente (e primo) orientamento giurisprudenziale che soleva ravvisare nell'uso aziendale del centralino elettronico una violazione di entrambe le citate norme. Ancorché in maniera non del tutto univoca, è stato ritenuto dai giudici della pretura di Milano che “Integra la violazione dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori l'installazione di un centralino telefonico automatico in grado di registrare e riprodurre su tabulati la data, il tempo, il destinatario ed il numero chiamante per ogni singola telefonata”. Addirittura ”l'installazione dei centralini telefonici elettronici che consentono la registrazione automatica del numero interno chiamante, del numero esterno chiamato, del giorno, dell'ora, del minuto di ogni singola telefonata, nonché del numero di scatti addebitati, e rendono possibile l'inclusione nella conversazione da parte di altri soggetti a ciò espressamente abilitati, integra la violazione del comma 2 dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, salvo che tali apparecchiature vengano attivate ed usate in presenza di un preventivo accordo con la rappresentanza sindacale. O al limite, in difetto, di un provvedimento dell'Ispettorato del lavoro che determini le modalità di uso dell'impianto (nella specie: gli imputati sono stati ammessi all'oblazione ex art. 162 bis c.p. per aver fornito la prova dell'avvenuta disinstallazione da tali centralini delle funzioni di memorizzazione dei dati personali e di inclusione)”. Secondo un diverso orientamento, invece, “L'uso di un elaboratore con funzioni di centralino telefonico è in contrasto con il divieto di cui all'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori quando è in tal modo possibile rilevare analiticamente i dati relativi ad ogni singola telefonata effettuata dai dipendenti e quando è possibile per alcuni utenti inserirsi nelle telefonate di altri mediante la cosiddetta intrusione”.
Ma la giurisprudenza successiva ha fatto un passo ulteriore, consentendo al datore di lavoro di utilizzare strumenti di controllo al fine di accertare possibili condotte illecite poste in essere dai medesimi a danno dell'azienda. Sotto questo profilo, la suprema Corte ha, di recente, stabilito che “Ai fini dell'operatività del divieto di utilizzo di apparecchiature per il controllo a distanza dell'attività dei lavoratori previsto dall'articolo 4 è necessario che il controllo riguardi (direttamente o indirettamente) l'attività lavorativa, mentre devono ritenersi certamente fuori dell'ambito di applicazione della norma i controlli diretti ad accertare condotte illecite del lavoratore (cosiddetti controlli difensivi), quali, ad esempio, i sistemi di controllo dell'accesso ad aree riservate, o, appunto, gli apparecchi di rilevazione di telefonate ingiustificate”.
“L'abuso del telefono aziendale può costituire giustificato motivo soggettivo di licenziamento indipendentemente dall'entità del danno creato al datore di lavoro”(Cassazione, aprile 2002). Il principio enunciato dalla pronuncia in commento non costituisce, però, un elemento di novità; sul punto, infatti, la giurisprudenza sia di merito che di legittimità ha già avuto occasione di pronunciarsi (sia pure incidentalmente e con riferimento all'ipotesi di licenziamento). A tal proposito, senza nemmeno soffermarsi sull'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, la suprema corte di Cassazione, infatti, ha ritenuto legittimo il licenziamento irrogato ad un dipendente il cui abuso del telefono aziendale sia stato accertato tramite i tabulati Telecom.
La giurisprudenza di merito ha, di recente però, ritenuto “illegittimo il licenziamento disciplinare intimato allorché la contestazione tardivamente formulata abbia determinato un effetto di cumulo di singole infrazioni che, ove contestate separatamente e tempestivamente, non sarebbero state tali da integrare gli estremi della giusta causa (ad esempio il caso che la società aveva contestato cumulativamente, a oltre un anno dall'inizio della condotta illecita, l'uso privato del telefono aziendale)”. Ciò conferma una precedente sentenza con cui la Corte di Cassazione, confermando una sentenza del Tribunale di Torino, ha dichiarato legittimo il licenziamento per giustificato motivo soggettivo irrogato ad un dipendente “reo” di aver effettuato dal telefono del datore numerose telefonate private).
Come precisato precedentemente poi, oltre ai divieti posti dall'articolo 4 e/o dall'articolo 8 della legge n. 300/70, l'esercizio del potere di controllo sui lavoratori trova un altro importante limite nella legislazione in materia di privacy. Vediamo in che modo ed a che titolo. Anche se si sottolinea che il datore di lavoro, al pari di ogni altro utente, ha diritto a controllare i dati relativi al traffico telefonico delle proprie utenze (e fra di esse anche quelle utilizzate dai dipendenti), tuttavia non può agire indiscriminatamente ed a proprio piacimento. Anzi, è stato ritenuto infatti che "il datore di lavoro se, dunque, può accedere ai dati relativi alle telefonate dei dipendenti senza chiedere il loro consenso (perché l'accesso gli è consentito dal dal decreto legge numero 171/1998), deve tuttavia sottostare alla norma della legge numero 675/1996 che gli impone di informare il lavoratore della raccolta di dati sul suo conto e, conseguentemente, pure sulle sue telefonate". In poche parole il datore di lavoro ha la facoltà di poter controllare ed intervenire, ma deve preventivamente informare il lavoratore di quello che intende fare.

martedì 10 aprile 2007

LA TUTELA DELLA SALUTE IN DHL....



Come viene tutelata la salute e la sicurezza antinfortunistica in Dhl? Conoscete il nome del Medico Competente? Sono state promosse le visite mediche periodiche? Viene concessa la pausa ai videoterminalisti? I lavoratori e le lavoratrici DHL sono considerati merce. Numeri da utilizzare in nome dei profitti e del guadagno. I manager ed i "responsabili delle risorse umane" sono sempre tutelati: percepiscono stipendi "d'oro" e sono iperprotetti sul piano psicofisico.
Come si tutela la salute sui posti di lavoro? Quali funzioni svolge il Medico Competente? ww.cgil.it/fisac.campania/626/art_17.htm (clicca)

venerdì 6 aprile 2007

BUONA PASQUA!!




“Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio, rovescio’ i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: “Non sta forse scritto: La mia casa sara’ chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri”
(Vangelo. Marco, cap.11)

La redazione del Blog augura a tutti i lavoratori e le lavoratrici della DHL una Buona Pasqua. Appuntamento a Martedì prossimo per l'aggiornamento delle notizie.






mercoledì 4 aprile 2007

MOBBING: CONDANNATA L'ILVA DI NOVI LIGURE





“Questo e’ un sistema che umilia la gente. Questo e’ molto pericoloso”
“Ognuno ascolta solo i suoni significativi o rilevanti nel contesto in cui ha scelto di essere, ed e’ sordo a tutto il resto”


L'Ilva di Novi è stata condannata dalla sezione del Lavoro del tribunale di Alessandria a risarcire per mobbing due dipendenti per un totale di 320 mila euro. Protagonisti della vicenda i novesi Paolo Zaffiro e Giovanni Forgia che nel '96 svolgevano rispettivamente mansioni di capoturno e di coordinatore. Verso loro e altri dipendenti scattò però una richiesta di cassa integrazione. Dal luglio '96 al dicembre '97 furono pagati con il loro Tfr, ma nel frattempo la cassa integrazione fu negata all'Ilva. Il giudice dichiarò illegittima la sospensione, ordinando il reintegro sul posto di lavoro ma a gennaio '98 l'azienda aprì una procedura di mobilità solo per i due dipendenti, che ad aprile ricevettero lettera di licenziamento e per vivere dovettero accettare i cosiddetti "lavori socialmente utili", per usufruire di 1 milione al mese dall'Inps. Zaffiro e Forgia impugnarono la lettera di licenziamento che fu invalidata dal giudice, che ordinò un altro reintegro, ma non misero piede in fabbrica perchè l'azienda li trasferì in uno stabilimento in disuso a Genova. Presentarono ricorso e dopo un mese il giudice emise l'ennesimo reintegro nei quadri novesi. Il reintegro è stato effettuato solo il 1° febbraio 2001 ma Zaffiro e Forgia vennero di fatto resi inattivi, in una stanza a far nulla pur percependo regolare stipendio. Tutto questo per effetto di esuberi nel personale dell'azienda: dei 130 esuberi dichiarati dall'Ilva a dicembre '96, sono rientrati solo una decina di operai e 3 impiegati. Gli altri sono andati in pensione o hanno accettato incentivi o trasferimenti.

martedì 3 aprile 2007

LA VERITA' E' EVERSIONE....




La verita’ e’ eversione
L’onesta’ e’ eversione
La giustizia è eversione
La lotta per il bene e’ eversione
L’amore che nulla vuole per se’
E’
eversione
Non siete venuti al mondo
Per conformarvi al mondo
Dice san Paolo
Siete venuti per rovesciarlo
Dalle fondamenta di ogni male
Perche’ voi non siete
Di questo mondo
E solo cosi’ il mondo
Non potra’ prevalere
Su di voi.
(Frei Betto - Prete e Teologo brasiliano)

E' nata una vera e propria resistenza operaia. La resistenza dei lavoratori e delle lavoratrici DHL. Le nostre parole, semplici, umili, valgono molto di più dei comunicati e mail piene di falsità e di retorica che arrivano da mediocri personaggi che reggono la filiale italiana.

Dobbiamo spazzarli via. Continuiamo con le inchieste e le denunce. Raccontiamo tutto quello che accade sui posti di lavoro.

La rete ed il blog sono la metafora di un risveglio che deve partire da ciascuno di noi, di una informazione che si fa dal basso, per contagio e intersizione fra comunità condivise...

A proposito di informazione. Alcuni lavoratori ci hanno posto domande precise sulla determinazione delle ferie in DHL pubblichiamo alcune sentenze significative....


1. Il potere discrezionale del datore di lavoro di fissare l'epoca delle ferie non è del tutto arbitrario e privo di vincoli ma deve tener conto anche degli interessi del prestatore di lavoro. Tra l'altro il datore di lavoro deve preventivamente comunicare al lavoratore il periodo stabilito per il godimento delle ferie (art. 2109, 3° comma, c.c.) e rispettare il principio per cui le ferie debbono essere godute entro l'anno di lavoro e non successivamente (ex art. 2109, 2° comma, c.c. e Corte Cost, 19/12/90, n. 543). Pertanto una volta trascorso l'anno di competenza, il datore di lavoro non può più imporre al lavoratore di godere effettivamente delle ferie e tanto meno può stabilire il periodo nel quale goderle, ma è tenuto al risarcimento del danno, mediante corresponsione della cosiddetta indennità sostitutiva (Cass. 24/10/00, n. 13980, pres. Trezza, est. Giannantonio, in Lavoro e prev. oggi 2000, pag. 2278; in Lavoro giur. 2001, pag. 144, con nota di Sgarbi, Il punto in tema di ferie lavorate, sia presso il datore abituale che presso altri; in Riv. it. dir. lav. 2001, pag. 504, con nota di Calafa, Ferie forzate e crisi d'azienda)
2. E’ illegittima la determinazione unilaterale del periodo di godimento delle ferie da parte del datore di lavoro allorché non venga tenuto conto anche degli interessi dei lavoratori e non vi siano comprovate esigenze organizzative aziendali (Pret. Milano 20/1/99, est. Cecconi, in D&L 1999, 359)
3. È illegittima la determinazione unilaterale del periodo di godimento delle ferie da parte del datore di lavoro allorché non venga salvaguardata la funzione fondamentale dell’istituto di consentire al lavoratore la reintegrazione delle energie psicofisiche (nella fattispecie, il Pretore ha ritenuto in contrasto con la funzione dell’istituto la fruizione di un solo giorno di ferie per disposizione del datore di lavoro) (Pret. Milano 16/11/96, est. Cincotti, in D&L 1997, 344)
Affinché la determinazione del periodo feriale da parte del datore di lavoro sia legittima, l'epoca delle ferie deve essere comunicata con quel preavviso che, secondo correttezza e buona fede, consenta al lavoratore di organizzare in modo conveniente il riposo concesso (Trib. Milano 24/2/96, pres. ed est. Mannacio, in D&L 1996, 684)


lunedì 2 aprile 2007

UN OMICIDIO BIANCO...





Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su biancoe i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuoredavanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
( Pablo Neruda)


Un altro operaio morto. Un compagno albanese. Un lavoratore straniero venuto da una terra che abbiamo colonializzato. Un lavoratore straniero utilizzato come merce. Un altro omicidio provocato nel nome dell'arroganza e della logica del profitto. E' questa la "flessibilità" che vogliono i padroni?

La Dhl doveva vigilare sulla cooperativa esternalizzata. Doveva pretendere l'attuazione delle normative sulla sicurezza antinfortunistica e sulla tutela della salute. Non l'ha fatto per risparmiare i costi.

Così come non vengono effettuate da tempo visite mediche e controlli sulla salute dei lavoratori e delle lavoratrici DHL.

Il sindacato si è limitato nel diffondere un laconico comunicato affisso in bacheca.

Il blog sta aprendo contraddizioni e divisioni nei vertici aziendali. Le nostre denunce stanno avendo effetto.

Continuiamo così. Subito dopo dobbiamo passare alla fase dell'azione: le iniziative di lotta.

domenica 1 aprile 2007

I KAPI E KAPETTI DEVONO ANDARE VIA!!! SONO TIGRI DI CARTA...



L’uomo non e’ nato per tenere le mani
legate al palo delle preghiere
Dio non vuole ginocchia umiliate
nelle chiese,
ma gambe di fuoco che galoppano,
mani che accarezzano viscere di ferro,
menti che generano brace,
labbra che danno baci.
Dico che io lavoro,
vivo, penso,
e che questo che faccio e’ un buon pregare,
che a Dio gli piace molto
e ne rispondo.
E dico che l’amore e’ il migliore
sacramento,
che vi amo, che amo,
e che non ho un posto nell’inferno
..
Io non chiedo un coltello nelle mani della Patria.
Ne’ un coltello ne’ un fucile per nessuno:
la terra e’ per tutti, come l’aria.
Mi piacerebbe avere enormi mani
violente, anzi selvagge
per strappar le frontiere, ad una ad una
e lasciar per confine solo l’aria.
Che nessuno possieda della terra
come si possiede un vestito:
che tutti abbiano terra
come hanno l’aria.
E strapperei le guerre alla radice,
neppure una ce ne lascerei
a infestare il paesaggio.
Ed aprirei la terra a tutti,
come se fosse l’aria.
Che’ l’aria e’ di nessuno, di nessuno…
Tutti, di aria, hanno una porzione.
..
(Pablo Neruda)


Fonti attendibili ci confermano che il blog viene letto con attenzione dai vertici tedeschi della DHL. Sono pervenute a Bonn decine di mail provenienti dalle varie sedi italiane. Molto probalbilmente arriveranno ispettori per indagare su quanto avviene in Italia. Dunque, abbiamo fatto bene nel creare questo importante strumento di informazione e di partecipazione democratica. Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici nel continuare a denunciare dettagliatamente su quello che avviene nelle varie sedi. Continuiamo così per costruire una vera e propria inchiesta sulle condizioni di lavoro.

I cosiddetti manager, i kapi e kapetti della DHL vanno subito rimossi per rilanciare un'azienda che valorizzi le professionalità e la capacità dei suoi dipendenti. I kapi e kapetti sono tigri di carta.

Continuiamo così!! Hasta la Victoria Siempre...

giovedì 29 marzo 2007

IL POTERE DELL'INFORMAZIONE...SI RISVEGLIA LA FILT CGIL. LEGGETE IL DOCUMENTO DEI DELEGATI E DELLE DELEGATE





Il BLOG HA SVEGLIATO DAL SONNO LA FILT CGIL? PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE IL DOCUMENTO APPROVATO DALLE DELEGATE E DAI DELEGATI DELLA DHL ESPRESS DOPO L'ATTIVO SVOLTOSI IERI A FIRENZE


L'attivo nazionale delle delegate e dei delegati unitamente alle strutture territoriali Filt - Cgil della Dhl Express (elenco presenti), riunitosi in data 28 marzo 2007 a Firenze, approva la relazione introduttiva e la conclusione della segreteria nazionale implementata dal contributo del dibattito.

In particolare, l'attivo si è concentrato sull'analisi dello stato dei rapporti sindacali con Dhl e sugli obiettivi prioritari da perseguire nelle prossime iniziative sindacali.

Dalla firma dell'accordo di riorganizzazione nell'ottobre 2003, che ha governato la fusione tra diverse società con una clausola sociale che ha impedito i licenziamenti, si è assistito ad un continuo deterioramento del sistema relazionale, con maggiore sofferenza nel confronto a livello di territorio \ filiale.

A questo si è aggiunto un modello aziendale aggressivo ed insofferente al confronto con il sindacato, soprattutto presso quei siti dove più debole è la rappresentanza sindacale.

Neppure l'accordo raggiunto alla fine del 2006 - a seguito della vertenza aperta dalla Filt - Cgil che ha portato a 40 assunzioni nel 2007 ed ulteriori 20 nel 2008 presso i "call center" sanando così, almeno in parte, la situazione di precarietà in cui versano i lavoratori con contratto a termine da diversi anni - ha modificato tale scenario.

Inoltre, le continue ristrutturazioni dei settori amministrativi ed alcune evidenti incapacità organizzative hanno prodotto un disastro nella gestione delle buste paga del personale, provocando enormi disagi e, peggio, una totale sfiducia nei confronti dell'azienda.

Emblematica la gestione delle "rimol" che a distanza di due anni non ha ancora trovato soluzione.

La gestione delle cooperative rappresenta, poi, un ulteriore elemento di forte criticità. La ricerca esasperata del contenimento dei costi ha portato, infatti, all'utilizzo di cooperative con elevati livelli d’evasione contributiva, l'inapplicabilità del contratto ed una gestione del personale al di fuori delle regole minime.

A questo si è aggiunta una totale arbitrarietà nella gestione dei provvedimenti disciplinari, attraverso i quali vengono perseguiti, in assenza d’informazioni e di trasparenza, comportamenti ed atti da sempre ritenuti conformi agli usi ed alla prassi aziendale consolidatasi nel corso degli anni.

In questo scenario viene a porsi l'immotivato licenziamento del delegato Filt Cgil della filiale di Casoria, Gennaro Piccolo.

Infatti, a fronte di una banale discussione sulla concessione di un giorno di ferie tra il delegato ed il responsabile, l'azienda ha ritenuto di dover licenziare il nostro delegato, motivando la decisione con il venir meno del rapporto di fiducia.

Le iniziative sino ad ora messe in campo dalla Filt non sono state sufficienti a modificare la posizione dell’azienda.

E’ evidente che tale successione di eventi descrive compiutamente la necessità di avviare una nuova fase nei rapporti con l’azienda per ripristinare una corretta gestione della forza lavoro.

Per quanto sopra descritto, l’attivo dei delegati impegna la Segreteria Nazionale ad avviare una vertenza per portare a soluzione le seguenti problematiche:

· Ripristino di corrette relazioni sindacali a livello Nazionale e, soprattutto a livello di filiale e/o regionale con la ripresa dei confronti previsti dal Ccnl e dagli accordi vigenti;
· Analisi dei dati per l’erogazione del Premio di Risultato per l’anno 2006 e definizione di un accordo per gli anni futuri che consideri maggiormente l’apporto del personale ai risultati economici raggiunti dall’impresa;
· Istituzione di una commissione tecnica per risolvere le problematiche relative al cedolino paga, anche attraverso un potenziamento dell’organico preposto all’imputazione dei dati;
· Monitoraggio presso tutte le filiali, ai sensi di quanto previsto dal vigente Ccnl, sull’utilizzo delle cooperative di facchinaggio;
· “Mappatura” delle necessità organiche e riapertura, conseguente, di un mirato turn over;
· Definizione di un protocollo sindacale per la definizione delle controversie sull’applicazione del Ccnl e degli accordi siglati e proceduralizzazione delle contestazioni disciplinari.

Inoltre, nell’esprimere la piena solidarietà di tutta le Filt – Cgil al delegato e collega Piccolo Giordano, l’attivo dà mandato alla Segreteria Nazionale di attivare tutte le iniziative sindacali, politiche e giudiziarie necessarie a risolvere il contrasto insorto a seguito dell’ingiusto licenziamento.

Sulle proposte sopra esposte, da illustrarsi in una vasta campagna di assemblee, dovrà essere avviato il confronto con l’azienda che potrà essere sostenuto anche da apposite iniziative di mobilitazione.

Infine, l’attivo ha valutato le conseguenze determinatesi con l’apertura del "blog" denominato “lavoratoridhl”.

Pur condividendo la totale facoltà di critica espressa da parte dei lavoratori sull’attività del sindacato, l’attivo condanna il violento linguaggio, il gratuito attacco personale che non appartiene alla storia ed alle tradizioni del sindacato confederale e della Cgil in particolare, soprattutto quando è espresso in forma anonima.

L’attivo ritiene che la spaccatura venutasi a creare tra i lavoratori non sia funzionale a rilanciare una nuova stagione sindacale ma unicamente ad indebolire, nel suo complesso, la capacità negoziale e di rappresentanza del sindacato nei confronti dell’azienda.




Firenze 28 marzo 2007

mercoledì 28 marzo 2007

LA KONSORTERIA E' ALLO SBANDO. COMMISSARIATA LA FILIALE ITALIANA DELLA DHL?




Il blog è diventato un punto di riferimento dei lavoratori e le lavoratrici DHL. Continuano ad arrivare denunce e documentazioni che stiamo vagliando per integrare l'inchiesta che invieremo agli organismi nazionali di vigilanza ed alle sezioni lavoro delle Procure.

La konsorteria di kapi, kapetti sostenuta dalla complicità di pezzi consistenti del sindacato aziendale, territoriale e nazionale è allo sbando.

Ci risulta che i vertici della multinazionale hanno deciso di tenere d'occhio chi dirige la filiale italiana. Il Blog, lo sanno tutti, viene letto anche in Germania.

Secondo fonti attendibili sembra che sia prossimo una sorta di commissariamento dei DHL ITALIA. Nell'occhio del ciclone personaggi di primo piano che hanno rovinato la filiale italiana. Le stesse fonti sostengono che i tedeschi vogliono vederci chiaro su forniture, consulenze esterne e sull'utilizzo delle risorse economiche.

In attesa di ulteriori notizie più precise, vi forniamo alcune informazioni in merito al Demansionamento (clicca) e sulla tutela della privacy dei lavoratori Vietato spiare in azienda (clicca) Privacy sul lavoro: le linee guida generali .

Lo facciamo per mettere a tacere le tante "anime belle" filopadronali che spesso frequentano il blog con l'obiettivo di creare confusione.




martedì 27 marzo 2007

IL SINDACATO CHE VOGLIAMO.......




'Fabbriche vuote, piazza piena. I metalmeccanici di Pomigliano, in tremila presenti alla manifestazione, hanno dato la migliore risposta possibile contro il licenziamento di Antonio Santorelli e per il rilancio industriale dell'intero comprensorio'. Questo il commento del segretario generale della Fiom-Cgil di Napoli Massimo Brancato, al corteo di oggi promosso da Fim Fiom e Uilm a sostegno della vertenza Avio. 'La riuscita straordinaria di questa iniziativa sindacale unitaria - secondo Brancato - dimostra che quando si vogliono colpire i lavoratori nella loro dignita', questi sanno come reagire. Con questo sciopero - conclude - non si esauriscono le iniziative sindacali a sostegno della vertenza Avio e lo stesso rappresenta un fatto con cui tutti, in sede locale e nazionale, devono fare i conti'.


Questa notizia è stata diffusa oggi dall'Ansa. Lo sciopero cittadino contro il licenziamento di un rappresentante sindacale della Fiom Cgil dipendente della Fiat Avio è riuscito.

E' questo il modo migliore ed esemplare di svolgere l'attività sindacale. Uno schiaffo morale per i vertici della Filt Cgil.

Perchè non è stato fatto altrettanto per il rapprsentante sindacale aziendale della DHL di Casoria?