domenica 1 aprile 2007

I KAPI E KAPETTI DEVONO ANDARE VIA!!! SONO TIGRI DI CARTA...



L’uomo non e’ nato per tenere le mani
legate al palo delle preghiere
Dio non vuole ginocchia umiliate
nelle chiese,
ma gambe di fuoco che galoppano,
mani che accarezzano viscere di ferro,
menti che generano brace,
labbra che danno baci.
Dico che io lavoro,
vivo, penso,
e che questo che faccio e’ un buon pregare,
che a Dio gli piace molto
e ne rispondo.
E dico che l’amore e’ il migliore
sacramento,
che vi amo, che amo,
e che non ho un posto nell’inferno
..
Io non chiedo un coltello nelle mani della Patria.
Ne’ un coltello ne’ un fucile per nessuno:
la terra e’ per tutti, come l’aria.
Mi piacerebbe avere enormi mani
violente, anzi selvagge
per strappar le frontiere, ad una ad una
e lasciar per confine solo l’aria.
Che nessuno possieda della terra
come si possiede un vestito:
che tutti abbiano terra
come hanno l’aria.
E strapperei le guerre alla radice,
neppure una ce ne lascerei
a infestare il paesaggio.
Ed aprirei la terra a tutti,
come se fosse l’aria.
Che’ l’aria e’ di nessuno, di nessuno…
Tutti, di aria, hanno una porzione.
..
(Pablo Neruda)


Fonti attendibili ci confermano che il blog viene letto con attenzione dai vertici tedeschi della DHL. Sono pervenute a Bonn decine di mail provenienti dalle varie sedi italiane. Molto probalbilmente arriveranno ispettori per indagare su quanto avviene in Italia. Dunque, abbiamo fatto bene nel creare questo importante strumento di informazione e di partecipazione democratica. Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici nel continuare a denunciare dettagliatamente su quello che avviene nelle varie sedi. Continuiamo così per costruire una vera e propria inchiesta sulle condizioni di lavoro.

I cosiddetti manager, i kapi e kapetti della DHL vanno subito rimossi per rilanciare un'azienda che valorizzi le professionalità e la capacità dei suoi dipendenti. I kapi e kapetti sono tigri di carta.

Continuiamo così!! Hasta la Victoria Siempre...

77 commenti:

Anonimo ha detto...

VOGLIAMO UN SOLO DISOCCUPATO....GUALAZZINI SEI LICENZIATO!!

Anonimo ha detto...

Sono contenta che finalmente i vertici tedeschi vengano a dare una controllata a quello che succede qui in Italia. Mi sono sempre stupita della differenza tra quello che si dice delle aziende tedesche e quello che effettivamente succede in Italia. Speriamo che queste voci attendibili siano anche vere.

Personalmente non credo che con un solo avvicendamento, quello prospettato da Sendero Luminoso, le cose cambierebbero radicalmente; per quanto non apprezzo quella persona, pur non conoscendola di persona, ma solo tramite le sue azioni, non credo che sia l'unico responsabile della situazione. Secondo me ormai questa atmosfera si è radicata nella mente della maggiorparte dei managers e sarà difficile, con un solo cambio al vertice, far tornare le cose come erano prima.

In ogni caso, io alla sera, prima di andare a dormire, prego sempre il Signore di far tornare l'azienda quella che era alcuni anni fa. Una società per la quale ero davvero fiera ed onorata di lavorare.

Anonimo ha detto...

aho,
qualcheduno l'aveva detto !

Me pare d'esse a vallettopoli.

LO SCOOP FINALMENTE !

Mò arriva pure Bruno Vespa e ce fa nà puntata de Porta a Porta.

Mandate er link del blog pure a Novella 2000, forse loro ve pubblicano.

Ma quanto me diverto.

Il problema vero è che qualcuno ve crede pure.

Ridamoci sopra ch'è meglio.

Anonimo ha detto...

Fonti attendibili ci confermano che qua dentro si leggono solo un mucchio di sciocchezze.

Questo è solo uno strumento di disinformazione.

Lavoratori e lavoratrici statene alla larga.

Qui vedo solo "persone" che stanno invano tentando di coinvolgerci nella loro soggettiva lite con i vertici.

Seguendoli ci useranno, ci frammenteremo.

Allora si che saranno dolori.

Anonimo ha detto...

Non temo nulla, perchè ho subito e pagato amaramente, non sono colpevole dei malfatti che ho subito ed è per questo che non temo.
Capisco la rabbia di molti,che spesso sfocia in volgarità, sono certa che nessuno può giudicare questo.
Credo nella giustizia, sono convinta che presto verrà fatta giustizia, amo l'azienda per la quale lavoro da 18 anni e voglio che torni l'azienda che era, serena dove la gente lavorava e produceva. Non siamo schiavi , siamo uomini e donne che vogliono lavorare ricordando diritti e doveri.
Il testo di Pablo Neruta è bellissimo, vi bacio e saluto tutti.

Anonimo ha detto...

VOLGARI
PRESUNTUOSI
INUTILI

IN TRE PAROLE LA VERITA'

ECCO COSA SIETE

Anonimo ha detto...

Vorrei abch'io che tutto questo fosse vero! Non è ancora iniziato il pomeriggio e ho già mal di stomaco all'idea di rientrare in quell'inferno. E' così da tre anni...Eppure Dhl è sempre stata un'azienda sana dove la gente veniva a lavorare serena (anche il sabato e, alle volte, timbrava e tornava a lavorare). Anche io come il/la collega che ha scritto prima sono qui da 18 anni e , nei tempi passati, pensare al mio lavoro mi faceva venire idee per migliorarlo e ...anche io miglioravo di conseguenza! Oggi ci ragliano gli ordini, ci trattano come bestie e c'è sembre la ricerca del colpevole mai un'analisi su come fare bene le cose. Mi spiace proprio tanto. Raccontiamo le mostre storie perchè è importante! Bellissima la poesia di Pablo Neruda. Bravi e grazie!

Anonimo ha detto...

beh, adesso non esageriamo con tutto questo miele..i problemi legati a certi atteggiamenti ci sono sempre stati, la differenza vera e' che adesso sono a rischio i posti di lavoro

Anonimo ha detto...

A guardare le facce che entrano ed escono tutti giorni dagli uffici,Rozzano non mi sembra l'Alcatraz che descrivete.

Anonimo ha detto...

Io lavoro a Rozzano. Qualche tempo fa ho incontrato mia madre alla domenica e dice che aveva visto quella faccia in me solo quando andavo alle elementari. Quando per me tornare a scuola il lunedì era una cosa terrorizzante per via di una insegnante che mi aveva preso d'odio. Il lunedì mattina piangevo disperato. Ora non piango, ma non aspetto altro che arrivano le sei alla sera per tornare a casa da mia moglie. E la vita ricomincia.
Amo il mio lavoro, non lo cambierei per nulla al mondo. Mi piace il mio stipendio, ci vivo io, mia moglie e mio figlio, senza problemi (certo non navighiamo nell'oro).
Ma non mi piace l'atmosfera, non mi piacciono i colleghi spocchiosi, il capo che "non sa mai nulla di quello che succede" senza poi dimenticare che tradendosi clamosamente ha praticamente confessato di aver saputo del licenziamento di un collega ben due mesi prima. Collega del quale poi ha preso il posto.
Rozzano non è una prigione. Ma è un posto in cui la gente non è più contenta di lavorare. In cui la gente non si fida più del vicino di scrivania. In cui praticamente tutti stanno cercando una via d'uscita per abbandonare la nave. Prima che la nave abbandoni te.

Anonimo ha detto...

commovente!

Anonimo ha detto...

Il popolo silente è BRAVO, nonostante le infelici provocazioni (se fosse mr. G sarebbe assai grave!) ha continuato a raccontare la propria storia con compostezza. Tra qualche ora saremo ancora a lavorare e mi sento morire. Se è vero che con le nostre mail a postoffice@dhl.com (colleghi IT, ci verificate l'indirizzo?)abbiamo smosso qualcosa partiamo con la seconda iniziativa. Così come la lavoratrice di serie b ha raccontato la sua storia, raccontiamo le nostre.Verranno pur lette da qualcuno?
Buona notte e buona settimana. Speriamo che le voci che circolano siano vere....

Anonimo ha detto...

E' LA PRIMA VOLTA CHE LEGGO IL BLOG. COMPLIMENTI PER LA REDAZIONE. FINALMENTE UN LUOGO DOVE DENUNCIARE E RACCONTARE LE TORTURE E LE INGIUSTIZIE CHE SUBIAMO QUOTIDIANAMENTE. PROPONGO DI CONTINUARE CON LE DENUNCE, INFORMARE IL MINISTERO DEL LAVORO, E, CONTINUARE A SCRIVERE A BONN!!DEVONO ESSERE RIMOSSI TUTTI I KAPI ED I KAPETTI. SONO I VERI RESPONSABILI DELLO SFASCIO....BELLISSIMA LA POESIA!!

Anonimo ha detto...

Quel kapetto o servo del padrone che imperversa sul blog che continua a dire "solo menzogne e insulti" mi sembra Robert De Niro nel film "gli intoccabili". De Niro interpretava la parte di Al Capone e quando fu condannato si sfogò contro l'ispettore federale dicendo "solo chiacchiere e distintivo". Ve lo ricordate il film? Al Capone fu condannato e morì in carcere......

Anonimo ha detto...

A me ricorda il macellaio di Gag of New York . Anche lui non finì bene.

Anonimo ha detto...

Ma chi ve le scrive le sceneggiature?

Anonimo ha detto...

Una domanda ai colleghi della IT, vi hanno chiesto di controllare i nostri accessi ad internet???esite una lista di nominativi da controllare???Sono curioso....

Anonimo ha detto...

Si ti confermo che c'è. Non possono usarla come causa di licenziamento ma come pressione

Anonimo ha detto...

COMPAGNI ED AMICI L'AZIENDA NON PUO' SPIARE I DIPENDENTI!! NE' FARE "PRESSIONI"!!!!!!
Un recente sondaggio ha evidenziato che più di un terzo dei dipendenti italiani viaggia in Rete durante l'orario d'ufficio per scopi personali. Dalle news ai blog, dalle chat allo shopping online, per non parlare della navigazione casuale, le opportunità che offre Internet sono infinite per chi vuole una pausa nella routine delle otto ore di lavoro. Ma quando una società nega espressamente al proprio dipendente la possibilità di navigare in Rete per scopi personali, e il dipendente infrange le regole imposte, può nascere un contenzioso che rischia di portare al licenziamento. Tra le aziende, sono sempre più diffuse le pratiche di monitoraggio sull'uso del computer e di Internet da parte dei dipendenti. Ma spesso sono illegali.


Vietato spiare
Su questo tema caldo si è espresso il Garante per la privacy, intervenendo in merito a una causa di lavoro intentata da un dipendente licenziato perché scoperto a navigare in Internet durante l'orario di lavoro. La decisione dell'Authority è destinata a far discutere e condizionerà notevolmente le attività di monitoraggio interno delle imprese italiane, compresa la pubblica amministrazione. In sostanza, il datore di lavoro non può verificare analiticamente la navigazione Web del dipendente per ricavare informazioni su quali siti e servizi abbia visitato.


La vicenda
La controversia vedeva schierati da una parte una società romana e dall'altra un suo dipendente che, pur non essendo autorizzato, si era connesso alla Rete da un computer aziendale. Il datore di lavoro, dopo aver monitorato i dati del computer, aveva accusato il lavoratore di aver visionato siti a contenuto religioso, politico e pornografico. Ne aveva anche fornito l'elenco dettagliato, per dimostrare la violazione del codice regolamentare e della politica aziendale. In seguito al procedimento disciplinare il dipendente è stato poi licenziato. Da qui, l'impugnazione da parte del dipendente del provvedimento e la conseguente causa.


Eccesso di controllo
Il monitoraggio condotto dall'azienda costituisce un illecito, secondo il Garante: per contestare l'uso indebito del computer aziendale, si legge nel provvedimento dell'Authority, sarebbe stato sufficiente verificare gli avvenuti accessi a Internet e i tempi di connessione, senza indagare sui contenuti dei siti. Insomma, altri tipi di controlli sarebbero stati più idonei e proporzionati per verificare il comportamento del dipendente. È stato giudicato altrettanto illecito anche il trattamento dei dati relativi allo stato di salute e alla vita sessuale: secondo il codice di tutela della privacy, infatti, questo tipo di trattamento può essere effettuato senza il consenso dell'interessato in casi molto rari, solo se necessario per difendere in giudizio un diritto della personalità o un altro diritto fondamentale. La società in questo caso intendeva invece far valere diritti legati allo svolgimento del rapporto di lavoro.


I dati sensibili
A portare l'Authority a esprimersi in favore del dipendente è stata la raccolta di dati sensibili: le numerose pagine dei file temporanei e di cookies allegati dalla società alla documentazione a sostegno del licenziamento. Da questi fogli, stampati dalla directory intestata al lavoratore e relativi ad accessi Web avvenuti dalla sua postazione durante l'orario di lavoro, emergevano anche numerose informazioni particolarmente delicate e strettamente personali: la società non poteva raccoglierle senza aver prima informato il lavoratore. Questo aspetto è molto importante, perché le motivazioni del pronunciamento sarebbero da attribuire non solo a un trattamento di dati eccessivo rispetto agli obiettivi prefissati, ma anche a una mancata comunicazione aziendale del monitoraggio del traffico e della Rete interna, effettuata senza l'assenso del dipendente, anzi senza neppure informarlo. Da un punto di vista tecnico-giuridico, l'intercettazione dei dati relativi alla navigazione in Rete dei dipendenti è stato messo allo stesso livello del trattamento di dati sensibili, ovvero a informazioni idonee a rivelare convinzioni religiose, opinioni sindacali, nonché gusti attinenti alla vita sessuale.


Un freno ai controlli
Il provvedimento dell'Authority sulla privacy pone un brusco freno alle pratiche interne alle aziende: spiare l'utilizzo dei computer e la navigazione in Rete da parte dei lavoratori mette a rischio la libertà e la segretezza delle comunicazioni e le garanzie previste dallo Statuto dei lavoratori. Il semplice rilevamento dei siti visitati, infatti, può rendere noti dati delicatissimi della persona: convinzioni religiose, opinioni politiche, appartenenza a partiti, sindacati o associazioni, stato di salute, indicazioni sulla vita sessuale e altri, che potrebbero poi essere utilizzati per discriminare il soggetto interessato. La sentenza ribadisce e tutela un principio sacrosanto: il diritto da parte del navigatore della Rete di poter frequentare il Web nella massima libertà e riservatezza, contro ogni tentativo di controllo della navigazione personale.


La trasformazione del lavoro
D'altra parte bisogna riconoscere come lo statuto dei lavoratori sia uno strumento che non è in grado di rispondere ai nuovi problemi che le tecnologie hanno portato nel mondo del lavoro. Le questioni che ormai da qualche anno sono dibattute sull'uso di Internet dalle postazioni di lavoro, domani si rifletteranno anche nell'uso dei cellulari di nuova generazione e nella disponibilità della Tv mobile. Quello che è certo è il grande cambiamento avvenuto nelle modalità di lavoro dei dipendenti. E il problema più serio non è tanto quello della navigazione esterna, quanto quello della navigazione interna all'azienda. Infatti, ormai tutte le aziende dotate di Intranet possiedono aree particolarmente sensibili nelle quali non è opportuno che tutti i dipendenti possano entrare e modificare dati.


Le risposte a disposizione
A queste sfide, in parte, una risposta può essere data da alcuni strumenti come i firewall, che opportunamente configurati impediscono, in modo del tutto legale, l'accesso ad alcune aree interne e ad alcuni siti esterni. Ma la risposta vera avviene in un cambio di mentalità totale delle aziende, sia tra i vertici sia tra i lavoratori. Il valore del lavoro è spostato dal concetto di orario al concetto di produttività. In questo senso, la navigazione su Internet non è un problema, se non pregiudica la produttività. Questo approccio, però, prevede un cambio di mentalità che può avvenire soltanto con un approccio culturale diverso al lavoro, con la formazione continua, con l'affermarsi di una politica aziendale incentrata sulla collaborazione e la crescita interna.

Anonimo ha detto...

caro compagno Sendero Luminoso per integrare la tua informazione sulla privacy io aggiungo che
Il Garante per la privacy, Mauro Paissan, ha emanato il 13 dicembre un provvedimento generale che definisce, per la prima volta in un quadro unitario, misure ed accorgimenti per regolamentare la raccolta e l'uso dei dati personali nella gestione del rapporto di lavoro. Il provvedimento si è reso necessario anche a causa delle numerose istanze portate avanti da lavoratori, organizzazioni sindacali e imprese. Questo intervento di carattere generale dovrebbe essere seguito a breve da altri che metteranno a fuoco specifici temi problematici, come l'uso delle e-mail e la navigazione in Rete.


Una risposta dovuta
Le "Linee guida in materia di trattamento di dati personali di lavoratori per finalità di gestione del rapporto di lavoro alle dipendenze di datori di lavoro privati" si possono sintetizzare in alcuni punti principali: sono vietati gli archivi centralizzati per i dati biometrici; i dati sanitari devono essere conservati in fascicoli separati; i cartellini identificativi non devono fornire dati personali; i lavoratori devono essere informati precisamente sui loro diritti. Gli aspetti di criticità evidenziati più volte da dipendenti, organizzazioni e aziende al proposito hanno trovato una prima risposta nell'iniziativa del Garante.


Le linee guida in dettaglio
Le linee guida dettate dal Garante mirano proprio a produrre una maggiore trasparenza e chiarezza sull'argomento:
- Il datore di lavoro può trattare informazioni di carattere personale strettamente indispensabili per dare esecuzione al rapporto di lavoro, e solo a questo scopo. Egli deve individuare il personale che può trattare tali dati e assicurare idonee misure di sicurezza per proteggerli da indebite intrusioni o illecite divulgazioni.
- Il lavoratore deve essere informato in modo puntuale sull'uso che verrà fatto dei suoi dati e gli deve essere consentito di esercitare agevolmente i diritti che la normativa sulla privacy gli riconosce (accesso ai dati, aggiornamento, rettifica, cancellazione). Entro 15 giorni dalla richiesta il datore di lavoro è tenuto a comunicare in modo chiaro tutte le informazioni in suo possesso.
- Nelle aziende private può essere eccessivo indicare sul cartellino identificativo del dipendente dati anagrafici o generalità: a seconda dei casi può bastare un codice identificativo o il solo nome o il ruolo professionale.
- Senza consenso non si possono comunicare informazioni ad associazioni di datori di lavoro, di ex dipendenti o a conoscenti, familiari, parenti. Il consenso è necessario anche per pubblicare informazioni personali nella Intranet aziendale e a maggior ragione in Internet. Nella bacheca aziendale possono essere affissi solo ordini di servizio, turni lavorativi o feriali. Non si possono invece diffondere emolumenti percepiti, sanzioni disciplinari, assenze per malattia, adesione ad associazioni.
- I dati sanitari vanno conservati in fascicoli separati. Il lavoratore assente per malattia è tenuto a consegnare al proprio ufficio un certificato senza la diagnosi ma con la sola indicazione dell'inizio e della durata presunta dell'infermità. Il datore di lavoro non può accedere alle cartelle sanitarie dei dipendenti sottoposti ad accertamenti dal medico del lavoro. Nel caso di denuncia di infortuni o malattie professionali all'Inail, il datore di lavoro deve limitarsi a comunicare solo le informazioni connesse alla patologia denunciata.
- Non è lecito l'uso generalizzato e incontrollato di dati biometrici, specie se ricavati dalle impronte digitali. L'uso può essere giustificato solo in casi particolari, per limitare e controllare gli accessi ad "aree sensibili" (processi produttivi pericolosi, locali destinati a custodia di beni, documenti riservati). Anche quando l'uso è consentito non è ammessa la costituzione di banche dati centralizzate: è infatti sufficiente la memorizzazione su una smart card in uso esclusivo del dipendente.


La sicurezza dei dati
Il Garante per la Privacy fa anche riferimento alla sicurezza dei dati posseduti, in risposta probabilmente all'escalation di violazioni degli archivi di grandi aziende degli ultimi anni. Le linee guida sottolineano l'importanza dell'adozione di tutte quelle misure di sicurezza (anche fisiche ed organizzative) per la tutela e la salvaguardia dei dati personali in possesso alle aziende. La premessa generale valida per tutti i punti è che il datore di lavoro titolare del trattamento è tenuto ad adottare ogni misura di sicurezza, anche minima, prescritta dal Codice sulla Privacy. In particolare:
Dati sanitari. Le informazioni sanitarie devono essere conservate separatamente da ogni altro dato personale dell'interessato. Ciò, deve trovare attuazione anche con riferimento ai fascicoli personali cartacei dei dipendenti. Per esempio, utilizzando sezioni appositamente dedicate alla custodia dei dati sensibili, inclusi quelli idonei a rivelare lo stato di salute del lavoratore, da conservare separatamente o in modo da non consentirne un'indistinta consultazione nel corso delle ordinarie attività amministrative.
Formazione degli incaricati. Resta fermo l'obbligo del datore di lavoro di preporre alla custodia dei dati personali dei lavoratori apposito personale, specificamente incaricato del trattamento, che "deve avere cognizioni in materia di protezione dei dati personali e ricevere una formazione adeguata. In assenza di un'adeguata formazione degli addetti al trattamento dei dati personali il rispetto della riservatezza dei lavoratori sul luogo di lavoro non potrà mai essere garantito".
Misure fisiche ed organizzative. Le strutture fisiche e organizzative devono essere tali da essere protette da indebite intrusioni. Parimenti, le comunicazioni personali dei singoli lavoratori devono avvenire con modalità tali da escluderne l'indebita presa di conoscenza da parte di terzi o di soggetti non incaricati. Gli incaricati devono essere istruiti in ordine alla scrupolosa osservanza del segreto d'ufficio, anche con riguardo ai colleghi. Bisogna prevenire l'acquisizione e riproduzione di dati personali trattati elettronicamente da parte di personale non autorizzato. Ugualmente bisogna prevenire l'involontaria acquisizione di informazioni personali da parte di terzi o di altri dipendenti: opportuni accorgimenti, per esempio, devono essere presi in presenza di una particolare conformazione o dislocazione degli uffici.


e

Anonimo ha detto...

Sendero sei un mito!

Anonimo ha detto...

Grazie per tutte le info.
Baci a tutti voi e felice notte

Anonimo ha detto...

"A Pavia ha perso la vita un operaio albanese di 27 anni: Kustim Jakupi era stato ricoverato dopo una caduta da una altezza di dieci metri mentre sistemava scatole nella ditta in cui lavorava" - MA L'OPERAIO ALBANESE LAVORAVA PER UN SUBAPPALTO DELLA DHL?

Anonimo ha detto...

Sembra di sì...l'operaio albanese è morto venerdì. Lavorava per una cooperativa....cerchiamo di acquisire altre notizie!!

Anonimo ha detto...

Ci mancava solo questo! Ricordatevi di devolvere un'ora alla famiglia (vedi comunicato in bacheca!). Mi dispiace tanto: morti, licenziamenti, mobbing....

Anonimo ha detto...

...io devolvo un'ora alla famiglia ed invito la redazione del BLOG a denunciare la DHL ai carabinieri dell'ispettorato del lavoro.QUESTI NEGRIERI HANNO VIOLATO LE LEGGI CHE TUTELA LA SALUTE E LA SICUREZZA ANTINFORTUNISTICA!!CHE CAZZO HA FATTO IL SINDACATO OLTRE A METTERE IL COMUNICATO IN BACHECA?

Anonimo ha detto...

"MI DISPIACE TANTO"..."CI MANCAVA ANCHE QUESTO"...SOLO QUESTO SAI DIRE?

Anonimo ha detto...

Mi dispiace, mi dispiace moltissimo che accadano questi avvenimenti! E credo che non ci sia dire ma da fare e penso che le organizzazioni sindacali abbiano provveduto in tal senso. Aspettiamo prima di giudicare.

Anonimo ha detto...

Caro anonimo delle 22:40 gli infortuni mortalisul lavoro sono OMICIDI BIANCHI e non accadono mai per fatalità ma per colpa di un sistema di organizzazione del lavoro basato sullo sfruttamento e sull'aumento stressante dei ritmi di lavoro. L'operaio albanese lavorava in una società esternalizzata nota per le continue violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro. La DHL che ha esternalizzato il lavoro aveva il dovere di controllare e vigilare...comunque invito gli amici e compagni della redazione del blog ad attivare le necessarie denunce....il sindacato sicuramente si limiterà solo ed unicamente al comunicato....come sempre non farà un cazzo!!

Anonimo ha detto...

colleghi andiamo avanti cosi'!!!!!!!!!! Le poltrone del 4 Piano a Rozzano devono cominciare a tremare

Anonimo ha detto...

Che cosa si aspetta degli Capi di Bonn? Che regolano le cose per bene per salvare qualche image aziendale?
Spero che nessuno sará deluso!

Anonimo ha detto...

Dalla dirigenza di Bonn mi aspetto che facciano le cose come uno si aspetta che avvengano le cose in Germania.

Nel modo più semplice possibile. Trovando il problema e risolvendolo.

Il che è il modo completamente opposto a quello che si è soliti usare in Italia. Qui quando un manager dimostra di non essere all'altezza del proprio compito, viene spostato a fare danni da una altra parte, e il suo posto viene preso da qualcuno che costa meno (si deve risparmiare).

Anonimo ha detto...

Salve a tutti. Sono un ex-dipendente DHL. Ho lavorato per DHL bianca per tantissimi anni nel reparto IT, e conservo ancora oggi dei buoni amici al suo interno. Quando le aziende sono state fuse, ero emozionato dall'idea e vedevo grandissimi prospettive per tutti, avendo avuto occasione di lavorare spesso a strettissimo contatto con i colleghi tedeschi, mi aspettavo una tale organizzazione ed efficienza trasportate anche in Italia.

Dopo qualche mese iniziai a capire come giravano le cose. C'erano i due gruppi forti che si facevano la guerra. Gli ex-dhlbianca e gli ex-danzas. I primi a soccombere furono le minoranze ascoli e deustch post. Ogni volta che un danzas occupava un "posto di potere" tutti i suoi amici ed amichetti avanzavano di un passo, ogni volta che un dhlbianca occupava un altro posto di potere (o forse lo stesso) i suoi lecchini tiravano su la testa. La meritrocrazia e` morta immediatamente e si e` insinuata subito l'idea del clientelismo all'italiana. Peggio di prima.
Perche` prima almeno eravamo davvero tutti la stessa famiglia, ora eravamo (erano) piu` fazioni in lotta in cui si odia il nemico, non per la persona che e`, ma per la famiglia dalla quale proviene.

All'IT, in quattro anni, si sono avvicendati ufficialmente quattro direttori. Il primo era un ex-danzas. Immediatamente i suoi amichetti avevano tutti ottime posizioni a scapito dei dhlbianca. Era statisticamente impossibile che in tutte le posizioni in cui i candidati erano un danzas ed un dhl, sempre e comunque quello che ha occupato il posto migliore era sempre il danzas. Possibile, certo, ma qualche sospetto era più che normale. Dopo qualche tempo, in un turbine di cambiamenti c'è stato per un breve periodo una situazione ancora a molti poco chiara. Il direttore IT rimaneva il danzas ma un dhlbianca era chi effettivamente faceva le cose al suo posto. In pratica due direttori. Dopo altri pochi mesi il danzas se ne è andato, ed il dhlbianca ha preso il suo posto. In quel momento moltissimi dhlbianca (me compreso) abbiamo preso piccoli ma reali aumenti di stipendio, qualcuno un aumento di grado (la maggiorparte di noi e` passata a primo livello e come ha detto qualcun altro sul blog, diventare primo livello in dhl significa iniziare a fare la bella vita strafregandosene degli orari). Ma la situazione è durata poco. Il dhlbianca aveva altre aspirazioni, voleva fare carriera ed ha lasciato il posto vacante per mesi. Non ufficialmente, ma per parecchi mesi nessuno ha visto mai in ufficio il tizio in questione. Altro avvicendamento. Di nuovo un dhlbianca. Una persona nella quale pochi avrebbero creduto prendere il suo posto ed i soliti esperti del lecchinaggio si erano divisi prima in due fazioni. I pochissimi che avevano leccato il nuovo direttore ed i più che avevano leccato quello che la maggiorparte pensava dovesse prendere quel posto (anche egli dhlbianca).
Stranamente, sicuramente per purissima coincidenza, pochissimo tempo dopo, nella ennesima riorganizzazione all'italiana, "qualcuno" ottenne promozioni. Guarda caso esclusivamente gli amichetti di merenda del nuovo direttore. Gli altri dhlbianca rimasero esattamente dove erano, in fondo erano sempre della stessa famiglia. I danzas iniziarono a subire un po' di pressioni, il loro sorriso scomparve dai loro volti. Anche se alla fin fine hanno mantenuto il loro posto, ma come si sa, in ogni guerra, anche se fai una amnistia, anche se rispetti la convenzione di ginevra, qualche vittima ci deve essere. Visto che la storia delle guerre tra fazioni dhlbianca si stava facendo nota era meglio dare il contentino anche a qualcuno dell'altra parte.
Come risolvere il problema?
Licenziati due deustch post! Al posto di uno dei due venne preso un consulente, non continuativamente, altrimenti sarebbe stato troppo sospettoso. E così un amico era accontentato. Ora rimaneva accontentare l'altra fazione. Al posto dell'altro dp venne messo un noto lecchino del capo dell'altra fazione dhlbianca. Tutti contenti. E giusto per non fare torti a nessuno anche un ascoli venne inspiegabilmente allontanato.
Chi si poteva lamentare? gli ascoli che non avevano nessun posto di potere all'IT? Sicuramente no. I deustch post che erano in una situazione simile? No di certo, anzi, in quel momento hanno messo giu` la testa e vennero etichettati come "highlander", alla fine ne rimarrà uno solo.
Solo che il nuovo direttore non e` durato tanto. Io nel frattempo me ne sono andato schifato dalla situazione, ho trovato un nuovo posto. Migliore come lavoro, come stipendio.
Cosa è successo dopo l'ho saputo dai miei colleghi che sono rimasti.
Quel direttore non andava molto daccordo con i superiori e dopo un po' ha lasciato in pratica il posto vacante. Dopo qualche mese di sua assenza un danzas ha preso il suo posto temporaneamente. Un altro danzas se ne è andato a lavorare da una altra parte sempre nella stessa azienda e il posto di quest'ultimo sarebbe stato ovviamente per un dhlbianca. Ma un danzas non puo` dare un posto di potere ad un dhl, come non puo' avvenire il contrario. In pratica rimase il buco per circa un anno, un buco di resposabilità, di compiti in cui moltissime cose si sono perse.
Ora c'è un nuovo direttore. Quello di prima ancora c'è, ma sempre assente. Semplicemente la dirigenza ha avuto la bella idea di creare due poltrone al posto di una. Tanto per non scontentare nessuno.
Il nuovo direttore non lo conosco, arriva dall'esterno (forse per far smettere le faide interne, non lo so)
Ora nessuno e' contento, nessuno è più scontento di altri. A parte i soliti che hanno cambiato bersaglio dei propri lecchinaggi. I soliti che in un modo o nell'altro leccano qualsiasi dirigente gli capiti a tiro, anche di altre direzioni. Soprattutto di altre direzioni, salvo poi parlarne male alle spalle tra colleghi, ma inginocchiarsi di fronte all'apparecchio telefonico non appena compare il numero del dirigente o la sua assistente sul display.

Anonimo ha detto...

Ecco la mentalità di DHL Italia.

Una societa'à italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini.
Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.
Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema.
Il gruppo di progetto scopri'ì dopo molte analisi che i giapponesi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano.
In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di capacita' gestionale: ingaggio' immediatamente una societa' di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana.
Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c'erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare.
Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi.
Inoltre si introdusse una serie di punti per motivare il rematore: "Dobbiamo ampliare il suo ambito lavorativo e dargli piu` responsabilita`".
L'anno dopo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due chilometri.
La societa' italiana licenzo' immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante cio` pago` un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato.
La societa'à di consulenza preparo' una nuova analisi, dove si dimostro' che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.
Al momento la squadra italiana e' impegnata a progettare una nuova canoa.

Anonimo ha detto...

Lex complimenti per il racconto, lo ricordavo da quando lo lessi in bacheca qualche anno fa appena i due ex-deutsche post di cui hai scritto furono licenziati ma a quel tempo nessuno ha capito che anche loro erano rematori come gli altri.
Ho letto con molta attenzione il tuo racconto e ho immediatamente trovato i nomi che hai giustamente evitato di scrivere; mi rimane solo un dubbio, la persona che ha preso il posto di uno dei due licenziati e` quello che tutti ora riconoscono come lecchino a 360°? Pensavo fosse tuo amico (sempre che io abbia capito chi tu sei). In qualunque caso sono contenta che tu abbia trovato un nuovo lavoro che ti da piu` soddisfazioni di prima.

Anonimo ha detto...

Collegandomi al commento di Lex Luthor (chi conosce il personaggio capisce immediatamente chi sei!)

Quando facemmo la fusione, le direzioni di DHL express erano (spero di non sbagliare):
- operations
- marketing and sales
- finance
- Information Technology
- Human Resources
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Ora dalla direzione operations si è staccata quella freight, da M&S abbiamo una direzione Marketing ed una Sales, e da poco pure la IT si è divisa in due.
Aumentano i comandanti, i supervisori dei comandanti e i capi dei supervisori dei comandanti. Ma a lavorare siamo sempre gli stessi, anzi, siamo sempre di meno.

Siamo sicuri che la direzione in cui quei pochi rimasti a remare stanno portando la barca è quella giusta?

Anonimo ha detto...

Ragazzi miei,non entusiasmatevi tanto.Lex Luthor è un fascio,può essere credibile chi si firma con un simile nik-name?

Anonimo ha detto...

Cosa significa che sono un fascio?
Giudichi una persona dal nickname?
Allora cosa dovremmo pensare di te? Che sei un presuntuoso?

Anonimo ha detto...

nON INIZIAMO CON I SOLITI EPITETI ALLA MR. ??? ! ADESSO SONO A CASA DOPO UNA GIORNATA DOVE AVRò VOMITATO AL CESSO ALMENO DUE VOLTE. UN COLLEGA E' MORTO, MOLTI ALTRI LICENZIATI ( A FRONTE DI GUADAGNI AZIENDALI PIU CHE SODDISFACENTI) E IO, COME MOLTI ALTRI, HO PASSATO UNA FIORNATA DI UMILIAZIONI: MA VI SEMBRA GIUSTO? I SETTE VALORI IN ITALIA CE LI SIAMO MESSI IN C...? SCRIVETE A POSTOFFICE@DHL.COM "DHL ITALY - HELP US" SUCCEDERA' QUALCHE PORCA COSA?

Anonimo ha detto...

La poesia di Neruda è bellissima ma vorrei chiedere al blog : ma è vera 'sta storia del commissariamento e ci state facendo sperare invano? E' dura in campo di concentramento aspettare l'arrivo dei russi. SI MUORE DI FAME E DI FREDDO

Anonimo ha detto...

Con gli ultimi due commenti abbiamo superato ogni limite.Il paragone con i campi di sterminio è un insulto per chi da quei luoghi non è più tornato e se è tornato porta un segno indelebile nella propria anima.Speculare poi sulla morte di un collega è inaccettabile.

Anonimo ha detto...

Caro mio, si vede che stai bene! Personalmente è tre anni che sto con una depressione che mi si porta via e tutto perchè qualcuno ha deciso che debbo essere spintaneamente epurato! Ciò detto è vero che sto meglio di chi non c'è più o non ha il posto di lavoro ma concedimi un pò di rabbia! Credo che questo che stanno facendo FA STARE MALISSIMO ME ma anche non è funzionale all'azienda ; che te ne fai di zombies?

Anonimo ha detto...

Sò che a PV c'eè Consea

http://www.rgweb.it/conseagroup/distribuzione/corriere-espresso.htm

la quale, sfruttando dhl, fa' consegnare le proprie spedizioni, ad esempio le schedine, a scapito delle performance di dhl. Il capoccia e' un ex-dhl bianca, la sua segretaria ha uno stipendio che supera i 4.000 eur al mese; le regole non funzionano in egual maniera per tutti: infatti se un corriere non ha malattie/ferie pagate, qst "signora" ha tutto pagato.

Vogliamo parlare poi dei rimborsi benzina che accollano alla coop?
Basta avere una scheda carburante timbrata da qualche benzinaio (compiacente?) e mettere dei numeri a caso: il gioco e' fatto.... me l'hanno fatto fare una volta per recuperare dei soldi che si erano "dimenticati" di darmi.

Ora lavoro alla concorrenza e seguo qnt sta' accedendo da voi: che brutto ambiente che hanno creato, ma non demordete: I CAPI CONTINUANO A SPUTARE IN CIELO ? GLI PIOVERANNO QT DI CATARRO TTUTTO-IN-UNA-VOLTA.

Ho covato x anni rancore verso qst personaggi: mi hanno fatto ammalare! Qnt soldi mi avete rubato! Ma tutto torna indietro e come recita il saggio:

FAI DEL MALE PENTITI, FAI DEL BENE SCORDALO.

Ciao

Anonimo ha detto...

Che strano....

www.conseagroup.com/cpost.asp

Dimenticavo: Questi signori, in barba al "conflitto d'interesse", lavoravano sia con dhl che con ups, ma con un altro nome: ENTAO


Han creato un consorzio di coop simile alle scatole cinesi...

Anonimo ha detto...

Che strano....

www.conseagroup.com/cpost.asp

Dimenticavo: Questi signori, in barba al "conflitto d'interesse", lavoravano sia con dhl che con ups, ma con un altro nome: ENTAO


Han creato un consorzio di coop simile alle scatole cinesi...

Anonimo ha detto...

Il comunicato recita così:

Infine, l’attivo ha valutato le conseguenze determinatesi con l’apertura del "blog" denominato “lavoratoridhl”.

Pur condividendo la totale facoltà di critica espressa da parte dei lavoratori sull’attività del sindacato, l’attivo condanna il violento linguaggio, il gratuito attacco personale che non appartiene alla storia ed alle tradizioni del sindacato confederale e della Cgil in particolare, soprattutto quando è espresso in forma anonima.

Ora, mio caro "Attivo", chi mi dice che sia un compagno/a o piuttosto una "tigre di carta" a buttare sostanze fisiologiche sul nome della CGIL ?

Tanto tra le righe si riconoscono i "disturbatori"...

Anonimo ha detto...

Finché non si è arrivati al nodo gordiano, ovvero lo schifo provato da molti per la logica lobbystica. Su questo non si può dare del tutto torto alla gente, ma se la politica si piega alle esigenze dei gruppi di pressione, la colpa è tutta dei politici o c’è un problema alla base, ovvero tra noi cittadini comuni?
In sintesi è noto che esistono tre tipi di interessi: l’interesse personale, ovvero quello egoistico e di difficile realizzazione per via della necessità di vivere in società senza potersi esprimere in toto per la presenza di altri interessi personali opposti ai nostri; allora, salendo di un livello, l’uomo per realizzare almeno in parte il proprio interesse, è disposto a piccole rinunce, riunendosi in gruppi di persone con interessi affini, avendo quindi più possibilità di realizzare l’interesse collettivo di cui il gruppo è portatore. Infine esiste l’interesse generale, del tutto distaccato dai primi due e volto alla realizzazione ed al progresso di una società in tutti i suoi elementi.
Come è ovvio, la classe politica, portatrice dell’arte di governare, dovrebbe essere neutra e imparziale nella scelta degli obiettivi per il paese, finalizzando la propria azione all’interesse generale. Ma per quale motivo ci si ferma alla realizzazione di meri interessi collettivi, come possiamo purtroppo constatare? Pensiamo alla forte efficacia dei gruppi lobbystici, tanto per fare due esempi, dagli interessi delle scuola guida nei corsi per recuperare punti patente senza la necessità di sostenere esami (ma con frequenza necessaria dei corsi a pagamento, quando un sistema democratico e avulso da interesse collettivi porterebbe alla possibilità di sostenere un esame preparandosi da soli), agli interessi dei farmacisti nell’ostacolare e mutare le azioni governative volte al contenimento dei prezzi dei farmaci (i più alti d’Europa). Addirittura assistiamo ad un legiferare che viene incontro a biechi interessi personali, peraltro illegittimi, nell’incosueto principio del difendersi legiferando (pensiamo alle leggi volte a scriminare determinate fattispecie che hanno portato all’assoluzione di un noto personaggio in più di un processo).
Ma allora chi dobbiamo incolpare? Noi stessi, ovviamente. Noi siamo tutti portatori di idee, che possiamo chiamare ideali o valori (a seconda della propria formazione culturale), siamo tutti capaci di concepire ideali volti ad un effettivo progresso generale. Ma in questa catena che porta dal pensiero alle azioni che dovremmo intraprendere, dove si trova l’ingranaggio che non funziona? Tra pensiero e azione si intrufola la nostra debolezza, l’opportunismo, ovvero un elemento elastico capace di bloccare la spinta propulsiva delle nostre idee trasformandole in azioni mediocri e meschine. Per fare un esempio piccolo e di vita comune, vedo molta gente lamentarsi delle raccomandazioni, la stessa gente che poi, alla prima occasione, ha colto al volo la possibilità di una minima raccomandazione, prima tanto odiata (o invidiata, quindi?). L’occasione fa l’uomo ladro? Forse. Ma se mi si concede una piccola parentesi autocelebrativa, all'università io ho rifiutato una raccomandazione dopo essere stato bocciato peraltro ingiustamente, e sono riuscito ugualmente a passare l’esame, e con un voto alto, peraltro. E non l’ho fatto per orgoglio, ma perché io credo nelle mie idee, e mi farebbe schifo entrare in questo sistema di do ut des, che ha rovinato il nostro paese. Se devo essere giudicato per i miei meriti, non bisogna ammettere deviazioni. È la stessa meschinità che porta la gente (che è anche colpevole, nella maggior parte dei casi, come detto) ad allontanarsi dalla politica, ledendo maggiormente l’interesse delle classi disagiate, che nonostante siano una maggioranza, non entra e non entrerà mai nel meccanismo lobbystico.
Allora, dopo esserci rovinati per 50 anni con la regina della meschinità lobbystica, sarebbe anche il caso di rifondare le basi culturali del nostro paese, partendo dall’inizio, dalla scuola. La cultura è la base per cambiare. E cambiare porterebbe ad un rapporto effettivo tra classe politica e votanti, con un rapporto più stretto, un maggiore controllo ed un effettivo progresso del paese

Anonimo ha detto...

Non c'e` da stupirsi se un corriere esterno lavora sia per DHL che per UPS.
Tempo fa un nostro collega mi disse che in una cittadina vicino a Milano avevano aperto un DHL Point o come cappero si chiama. Un punto in cui puoi consengnare e ritirare pacchi DHL senza doverti per forza recare in una filiale DHL. Disse che una sera era in quel negozio e che e` entrato un omino UPS a portare dei pacchi DHL. Il nostro collega stupito ha chiesto spiegazioni al commesso del negozio che gli ha detto "E` quasi sempre cosi`".
Abbiamo fatto una veloce "indagine" se mi passate il termine (visto che conosciamo entrambi parecchi dipendenti UPS non e` stato difficile). In pratica DHL ha affidato a un corriere esterno la consegna ed il ritiro di quei pacchi in quella localita`. Quel corriere a sua volta si affida a padroncini che lavorano per chi capita. E cosi` capita che il padroncino che lavora per quel corrispondente in quella localita` non e` altro che un padroncino che lavora principalmente per UPS (e da qui sia la divisa che il camioncino), ma che fa spesso e volentieri consengne dei pacchetti DHL.
D'altra parte non c'e` da stupirsi se un altro collega che spesso fa degli ordini di materiale dalla Germania da una ditta che lavora unicamente con Deutsche Post/DHL (come dice il sito) e fa il fermo deposito a Rozzano/Milanofiori, si vede regolarmente consegnare la merce da un corriere delle Poste Italiane. In pratica quei pacchi vengono spediti dalla Germania con DHL, arrivano in Italia con DHL, che li da alle Poste Italiane per portarli in una sede DHL. Ho spinto il collega a telefonare al fornitore per avere delucidazioni e dopo qualche giorno, il fornitore lo ha richiamato ed gli ha riferito che succede molto spesso con le spedizioni che partono dalla Germania ed arrivano in Italia, semplicemente perche` Deutsche Post non si fida del livello di servizio che DHL Italia fornisce.
Come siamo caduti in basso!
Se continuiamo in questo modo al prossimo natale, anziche` il panettone ci daranno una vanga, per iniziare a scavare!

Anonimo ha detto...

Biko, per quello che so io, chi affida la sped in Germania alla posta /deutsche post, vedra' affidata la distribuzione alla SDA, che come sai e' il partner di Poste Italiane.

Anonimo ha detto...

Steve n Bantu Biko, il giro del fumo funziona così: un cc si fa' fatturare dalla coop un certo nr di rte, qst a sua volta, in barba a chi paga le tasse, prende 5/ 10 suoi conterranei e li fa' lavorare in nero.... e la coop lo sa', dato che ci mangiano sopra anche i Kapetti che glielo permettono( vero ml?). Uno di qst due anni fa' voleva uscire dal "sommerso" ha ottenuto due pneumatici bucati un giorno, un altro lo specchietto rotto, poi la riga sulla carrozzeria... ha dovuto cambiare uo in qnt non poteva permettersi di non lavorare visto che aveva appena aperto la p.iva e pagare il furgone.

Vogliamo parlare dei pallets EUR che vanno a voltare a 5eur e gli EPAL a 7eur o quelli "falsi" a 2/3eur?

Certo che come ti giri trovi la fuffa!!!

Anonimo ha detto...

Appunto. Perchè i pacchi che arrivano dalla germania con DHL/Deutsche Post, in italia vengono gestiti da Poste Italiane/SDA mentre in tutti gli altri paesi (Francia, Spagna, Svizzera) da DHL?
Perchè questo collega ora fa arrivare la roba a Mendrisio anzichè a Milano, visto che ci mette circa una settimana e mezza in meno?
La domanda finale è. Perchè i clienti continuano a rimanere con DHL Italia se è provato che fa così schifo?
Sempre il collega di cui sopra:
Ha spedito un cartoncino con dei documenti importantissimi con DHL, ottenenedo lo sconto del 50% visto che è dipendente, in un paese extraeuropeo. Nonostante avesse ricevuto assicurazione che la consegna avvenisse entro 48 ore, il pacco è stato consegnato solo dopo circa 12 giorni. Il pacco pare che sia rimasto in giro per l'Italia per tutto il tempo, anzichè prendere l'aereo per l'estero.
Visto che il collega in questione aveva frettissima di far arrivare il documento, dopo tre giorni è andato all'UPS, ha speso meno che con DHL (dove come ho detto sopra aveva pure il 50% di sconto) ed il giorno dopo gli hanno consegnato i documenti.
Bella pubblicità che ci facciamo!

Anonimo ha detto...

Si rubano pure i bancali ? Nooo, quest è nuova. Me li vedo, con la macchina aziendale mentre si infilano un europallet nel bagagliaio... Ma a chi siamo andati in mano ?

Anonimo ha detto...

Bravi,divulgate con cura queste cose,così quando leggerano queste righe,i nostri clienti se ne andranno altrove.
Poi lamentatevi che l'azienda dhl va male e vi lascia a casa.Non avete capito nulla.Ricordatevi che se dhl perde i clienti,i primi a rimetterci saremo noi.Poi bisogna anche verificare che cio che dici sia vero.

Anonimo ha detto...

I clienti hanno iniziato a scappare sin dal primo messaggio sul blog.
Sono quattro anni che i clienti scappano da quello che era il traffico Road, dopo che è stato preso in mano da persone che non sanno fare QUEL lavoro. Mentre prima andava bene, con Ascoli e DPEE.
Sono stati persi clienti tanto grandi ed importanti che c'è da vergognarsi.

Anonimo ha detto...

a.a. dici quasi con orgoglio che i clienti sono scappati dal primo messaggio.Vai forse orgoglioso di questo?Se la tua risposta è si i giochi si svelano.

Anonimo ha detto...

La mia risposta era per dire:
"inutile chiudere le porte della stalla quando i buoi sono scappati".
I buoi se ne sono andati... anche da molto prima del primo messaggio. Bisogna fare in modo che ritornino.
Ma per fare questo, è necessario che i bovari possano lavorare come si deve e che il latifondiere capisca che senza bovari i buoi non possono stare nella sua stalla.

Anonimo ha detto...

Credo che la strategia sul servizo Road sia in continuo cambiamento .

A volte e' core business altre volte no.

A volte si devono acquisire clienti , altre volte li perdiamo senza troppo starci a pensare.

E' chiaro che in questo andare avanti e poi tornare indietro, i processi operativi del servizio stentano ad andare a regime.

La DHL continuera' a perdere clienti, ma questo e' gia' stato messo in conto dai vertici.

Mi sembra chiaro che l'azienda , come ha gia' manifestato per altri servizi , vuole mantenere solo un certo tipo di camionistico , solo quello che va bene alla DHL , tutto il resto viene perso per strada , insieme ai clienti , insieme ai posti di lavoro .

Anonimo ha detto...

Però è strano che il servizio Road andava bene con Ascoli e DPEE (era praticamente l'unico fatto dalle due aziende), sufficientemente bene per mantenerle. Se appena dopo la fusione abbiamo iniziato a fare grosse perdite, significa che quel buono che c'era è andato perso oppure intenzionalmente buttato ai quattro venti.
Viste le gelosie e le guerre interne che ci sono in DHL tra i vari gruppi di provenienza, non escludo assolutamente che sia stato un danno intenzionale.

Anonimo ha detto...

Il servzio road che vuole vendere oggi la DHL EXpress, non e' quello che facevano Ascoli e DPEE.

Queste due aziende offrivano un camionistico a 360°,
colli pesanti , collettame etc.

DHL Express vuole rimanere nel mercato road ,mantenendo una nicchia di clienti , con spedizioni piu' leggere e sviluppare principalmente alcune destinazioni.

E' chiaro che la perdita dei clienti road, comporta una diminuzione delle spedizioni e quindidel lavoro.

Le conseguenze le vediamo oggi:
i dipendenti Ascoli e DPEE , sono ridotti all'osso.

Purtroppo l'integrazioni tra le varie aziende acquisite da DPEE non e' cosa facile , non solo per la difficolta' di integrare i processi , ma anche perche' inevitabilemnte alcuni servizi non vengono piu' ritenuti strategici.

Inoltre si sono creati una serie di " DOPPIONI " di figure professionali:
tanti uffici del personale, tanti sales, tanti uffici acquisti, tanti operativi , tanti direttori operativi e commerciali e cosi' via...

E chiaro che al termine di questo processo di integrazione , che durera' ancora diverso tempo, ci sara' una diminuzione del personale, in parte sara' fisiologica( dipendenti che troveranno di meglio da fare) in parte sara' voluta dall'azienda.

Come?

1)Creando un ambiente difficile di lavoro( carichi di lavoro, pressioni, minaccie latenti, riduzione della flessibilita'etc, continua attenzione al contenimento dei costi, aumenti degli stipendi negati,demansionamento etc)

2)utilizzando i provvedimenti disciplinari come una mannaia e non come il tentativo dell'azienda di correggere, almeno in prima battuta, il comportamento di un dipendente.

3)attraverso i trasfermenti in altre sedi.

4 ) infischiandosene della motivazione del personale.


potremmo continure la lista, ma gia' queste cose postono bastare a rendere l'idea.

E'fondamentale essere consapevoli del momento storico lavorativo che stiamo vivendo!!.

Purtroppo e' tale la paura che sentiamo dentro , che la maggior parte dei lavoratori, continuano a negare l'evidenza dei fatti , in parte perche' non conoscono quanto accade nel dettaglio.
L'altra parte invece ritiene quanto sopraindicato naturale e necessario, al fine di salvaguardare il "VALORE AZIENDA" e i tanti posti di lavoro che non
verranno toccati.

Non voglio essere disfattista e dico:
se proprio la DHL ha bisogno di snellire il proprio organico , invece di trovare tutti gli stratagemmi possibili, perche' non si assume la responsabilita' imprenditoriale e prova a fare delle trattative interessanti con i dipendenti.

Intendo dire: perche' non fa come le altre aziende, che offrono cifre assai interessanti per uscire dall'azienda?

Forse molti dipendenti potendo trattare una sorta di buonauscita VERA, si sentirebbero sollevati e accetterebbero l'offerta.

Ma questo presuppone un impegno economico e imprenditoriale che la DHL sembra non voler sostenere.

Anonimo ha detto...

La cosa assurda in tutto questo è che il ROAD (DPEE e ASCOLI) si ripagava da solo.
Questo significa che nella grande DHL sarebbe bastato lasciare le cose come erano, togliere qualche figura di comando (l'amministrazione) e i guadagni SICURI erano già assicurati. Considernado poi che era sempre una ottima vetrina, una pubblicità a costo zero ed un grande "cuscino" su cui appoggiare le chiappe nei momenti difficili, si capisce immediatamente che la dismissione del traffico ROAD di dpee/ascoli da parte di DHL Italia è un suicidio bello e buono.
Vorrei far notare come in altri paesi (francia e germania) il traffico ROAD è di gran lunga quello che la gente conosce di più (in germania DHL e Deutsche Post appaiono alla gente come due marchi cugini, non figli della stessa mamma).
E poi andiamo a spendere miliardi di euro per mettere il nome DHL davanti agli aeroporti, sui prototipi assurdi delle moto (che quasi nessuno conosce) e per pitturare di giallo tutti i circuiti di formula uno. Tanto giallo che alla fine non si vede neanche perchè diventa parte del paesaggio.

Anonimo ha detto...

Evil, hai colto nel segno. La strategia aziendale e' chiarissima. Dopo la fusione esistono troppe persone per la stessa poltrona. Pero' l'azienda ha scelto la via piu' breve per risolvere il problema..aspettare che passi il cadavere. Conosco tanti colleghi che con un incentivo "vero" se ne andrebbero,
ma di soldi non se ne parla neppure. I capi mi dicono che " in questa azienda non si e' mai fatto"..e allora si continua cosi'.

Anonimo ha detto...

Se l'azienda mi da 10000 euro netti me ne vado anche domani anzi li regalo pure le ferie e i permessi non usati.

Anonimo ha detto...

e che ti risolvono 10000 euro? Io parlavo di soldi veri

Anonimo ha detto...

Per me 10.000 euro netti sono quasi lo stipendio di un anno. Per me lo stipendio di un anno sono soldi veri.

Anonimo ha detto...

collega incentivo, non mi fraintendere , 10000 euro io neanche arrivo a prenderli in un anno. Ma io per incentivo intendo una somma che mi consenta di campare anche senza lavorare e quella cifra (senza avere altre entrate) e' poca cosa.

Anonimo ha detto...

Collega anonimo, per quello che prendo in DHL e quello che spendo per venire a lavorare, 10000 euro mi bastano e mi avanzano per campare anche senza lavorare per un anno, e nel frattempo posso sempre andare a fare altri lavori. In un anno qualcosa di più serio di un lavoro a tempo determinato rinnovato di volta in volta con delle opportune pause di un mese ogni tanto lo trovo di sicuro.
Mia sorella che lavora da mecdonald lavora di meno e prende di più di me.

Anonimo ha detto...

capisco da quello che dici che sei giovane e allora hai ragione. Io tengo famiglia e non ho piu' l'eta'

Anonimo ha detto...

Ragazzi quando si parla di incentivo, le cifre devono essere notevolmente piu' alte di quelle soprindicate.

Sono sicura che arrivare a trattare una buonuscita di 10.000 euro con l'azienda non sia affatto complicato.

Anonimo ha detto...

Grazie per l'aggettivo giovane. Era da tempo che non mi dicevano che lo sono, quando ti mancano tre anni alla pensione non ti aspetti che ti definiscano ancora giovane. Giovane è mio figlio che mantengo, con i miei 10mila euro all'anno.
Io invece sono sicurissima che trattare una buonauscita di 10mila euro non sia poi tanto semplice. All'azienda fanno comodo persone dal terzo livello in giù a fare gli stessi lavori dei colleghi primi livelli.

O no?

Anonimo ha detto...

SI, FANNO COMODO E' VERO..MA ANCHE IO PENSO CHE SE TU SEI DETERMINATA A FARTI BASTARE 10000 EURO DI BUONUSCITA..VEDRAI CHE SI PUO' FARE

Anonimo ha detto...

Allora domani vengo nel tuo ufficio e ne parliamo?

Anonimo ha detto...

non devi venire da me, io lavoro al pizza e fichi dept., ma devi andare dal tuo resposabile ed esporre la tua richiesta..magari adducendo motivi di salute che ti hanno portato a tale decisione..( non posso aggiungere altro)
PS Non fare l'ironica..fidati!!

Anonimo ha detto...

"pizza e fichi dept."
Dovreste fare più attenzione quando scrivete, alle volte certe espressioni sono più chiare di una firma............

Anonimo ha detto...

e allora?

Anonimo ha detto...

E allora cosa?

Anonimo ha detto...

allora?
Vedo solo inutili parole senza significato.Siete noisi e inutili.
Bye.

Anonimo ha detto...

Probabilmente le parole inutili senza significato solo le tue, collega.
E non dire addio che tanto lo sanno tutti che continui a scrivere (occhio ai biscottini)